La Polizia di Stato di Parma sventa il tentato suicidio di un trentenne in località Vicomero.
Su segnalazione giunta alla sala operativa 113 da parte di due cittadini che avevano intuito e ascoltato gli intenti suicidi di un uomo, gli operatori delle Volanti della Questura si portavano prontamente sul posto indicato e notavano, a distanza, un’autovettura avvolta interamente dalle fiamme.
Pochi istanti dopo, gli operatori notavano anche un uomo che, con un balzo, riusciva ad uscire dalla sua auto. L’uomo era completamente avvolto dalle fiamme e con urla strazianti si dimenava al centro della carreggiata.
Immediatamente uno dei poliziotti si svestiva della propria giacca operativa, e, coprendosi mani, braccia e volto, raggiungeva l’uomo: con una vigorosa spinta riusciva a gettarlo nel canale adiacente via San Rocco, che con le copiose precipitazione degli ultimi giorni risultava essere ricolmo d’acqua.
Grazie all’intervento tempestivo del Vice Ispettore e dell’Agente, tramite l’utilizzo dell’estintore in dotazione all’equipaggio, si riusciva a spegnere del tutto le fiamme che avvolgevano l’uomo. Di fatto, solo la pronta intuizione degli operatori di utilizzare al meglio il vicino torrente riusciva a salvare l’uomo dalle fiamme ormai divampate.
Poco dopo l’Agente, sempre con l’utilizzo dell’estintore in dotazione, spegneva anche il fuoco che ormai avevano avvolto l’intera auto, che rimasta in moto, rischiava di risultare pericolosa per l’incolumità degli operatori, nonché di tutti coloro che potevano trovarsi a transitare in quei dintorni.
In seguito, sul posto giungeva in ausilio una seconda Volante, i cui operatori riuscivano ad estrarre l’uomo dalle acque del canale e metterlo in sicurezza, fino all’arrivo del personale sanitario già in precedenza allertato. Dopo le prime cure del caso, l’uomo veniva trasportato d’urgenza, in codice rosso, presso l’Ospedale Maggiore di Parma.
L’uomo, in evidente stato di shock, proferiva frasi incomprensibili, pertanto, inizialmente, risultava al quanto complicato capire i motivi che lo hanno portato a compiere l’insano gesto. Gli operanti, all’interno dell’auto, rinvenivano una boccetta aperta, con all’interno tracce di benzina, molto presumibilmente utilizzata dall’uomo per cospargersi il corpo prima di darsi fuoco. Sul sedile dell’auto veniva rinvenuto, altresì, un biglietto, in cui venivano riportate frasi di saluto al figlio e frasi che rivelavano l’intento di porre fine alla propria vita. Dagli ulteriori accertamenti effettuati si è appreso che l’uomo viveva una difficile situazione famigliare con la moglie e che proprio la sera prima, dopo la sua giornata lavorativa, non faceva rientro presso l’abitazione della madre, alla quale inviava un messaggio, manifestando la volontà di porre fine alla sua vita.