Arrestato dal personale della Squadra Volanti
Nello specifico i richiedenti comunicavano che un uomo di carnagione chiara e di altezza media, poi generalizzato per T.A. cittadino marocchino classe ’77, aveva finto di effettuare alcuni acquisti prelevando tuttavia dagli espositori anche un giaccone, tenuto sottobraccio come se fosse suo. Il soggetto proseguiva gli acquisti dirigendosi infine alle casse, sempre con in mano il capo di abbigliamento, pagando esclusivamente alcuni cartoni di vino. Il personale dell’ipermercato a questo punto, avvedutosi del comportamento sospetto, sottoponeva a controllo l’uomo e, oltre al cappotto trasportato sul braccio, ne rinveniva un altro precedentemente asportato allo stesso ipermercato, nascosto in una borsa di tela.
Constatando la dinamica dei fatti, gli agenti intervenuti, al fine di identificare compiutamente il cittadino straniero e per verificare che non portasse indosso ulteriore merce, lo accompagnavano nei locali della Questura e lo sottoponevano ad ulteriori accertamenti.
Proprio questi ultimi controlli, anche a mezzo del sistema automatico di rilevazione delle impronte digitali a fini identificativi, permettevano agli Agenti di identificare compiutamente il cittadino straniero per un noto pregiudicato, in possesso di numerosissimi precedenti penali e con ben ventidue alias, tutti univocamente a lui attribuiti.
Ciò constatato e ricostruita l’effettiva vigenza della misura custodiale, gli Operanti davano immediata comunicazione al PM di turno per sottoporre il soggetto ad una misura precautelare.
Constatata la gravità dei fatti, il suo rinvenimento a grande distanza dal luogo di detenzione e il fatto che lo stesso era stato colto in flagranza del reato di furto, il cittadino marocchino veniva tratto in arresto e, su disposizione dell’A.G., trattenuto nelle camere di sicurezza della Questura di Parma in attesa del giudizio direttissimo.
All’esito dell’udienza, tenutasi con collegamento da remoto, il Giudice del Tribunale di Parma, sezione penale, convalidava l’arresto e concedeva al difensore dell’uomo un termine a difesa con contestuale rinvio dell’udienza. Venivano tuttavia ritenute ancora in essere le esigenze cautelari preesistenti, e veniva disposta una nuova sottoposizione dell’uomo agli arresti domiciliari.