UN BIELORUSSO IN CARCERE CON L'ACCUSA DI OMICIDIO
Si trattò di una lite per futili motivi. Poi sopraggiunse la morte per il freddo e le botte subite. La Squadra Mobile fa chiarezza nel caso del clochard trovato morto sul marciapiede di via MIcheli lo scorso 17 gennaio. In manette è finito un suo amico di strada, un bielorusso di 32 anni. I due condividevano la vita randagia dei senzatetto. Quella sera di metà gennaio scoppiò una lite e poi le botte, pugni calci e poi la morte di Gheorghe Chimirinschi moldavo di 45 anni già conosciuto per piccoli reati ma soprattutto come uno dei tanti che vivono di stenti. A pochi passi dall'auto abbandonata che era diventata il suo rifugio per la notte. A ricostruire quel che accadde quella fredda e piovosa notte ci hanno pensato gli investigatori della Squadra Mobile che all'ipotesi di una morte avvenuta per cause accidentali non hanno mai voluto credere. Perchè la vittima presentava, ad un primo esame esterno, segni visibili al capo ed al volto incompatibili con una caduta anche se rovinosa, ma improbabile. Infatti l'autopsia confermò lesioni interne molto gravi. Con la foto di Chimirinschi in mano gli investigatori hanno battuto la zona giorno per giorno specie quelle frequentate dai senzatetto fino a rintracciare chi aveva, per primo dato, l'allarme al 113 segnalando un uomo a terra in via Micheli. Poi la svolta che ha portato alla custodia cautelare in carcere di di Dimian Miclahevic l'autore del pestaggio fatale. Una lite scoppiata per motivi banali favorita dall'alcol e dall'indigenza che ti fanno contendere pochi centimetri di un materasso e una sudicia coperta.