DOPO SERRATE INDAGINI DELLA POLIZIA
La maschera dell'adulto che chiede aiuto ad una tedicenne l'ha gettata via quasi subito, per approfittare della buona fede della ragazzina. E' accaduto l'11 marzo scorso, alla luce del sole. La giovane, una studentessa di teza media, scende dall'autobus che la riporta a casa dopo la scuola. Alle sue spalle si materializza un uomo dalla voce pacata e dai modi gentili che si finge disperato. Le racconta di aver perso le chiavi di casa e le chiede un aiuto per ritrovarle. Lei si fida e comincia a cercare con lo sguardo rivolto al suolo. Lui la conduce sempre più lontano fino allo spiazo di un distributore chiuso. Poi le dice <<potrebbero essere su quel muretto ti puoi arrampicare che io non riesco>>. Un secondo dopo le palpava i glutei chiedendole di mostrargli la biancheria intima. La ragazzina inorridita riesce a sganciarsi e si avvia verso casa dove racconta tutto alla sorella maggiore. Il giorno dopo il maniaco si aggira vicino l'abitazione della giovane a bordo di una macchina sportiva. Lei dalla finestra lo riconosce. La ragazza è spaventata e la famiglia decide di rivolgersi alla Polizia. Gli investigatori della Squadra mobile organizzano appostamenti accanto alla scuola e anche la casa viene discretamente presidiata. Pochi giorni dopo i poliziotti notano l'auto sportiva; ne discende un uomo che si avvicina alla giovane che sta rientrando a casa. A quel punto scattano le manette, il pedofilo finisce in cella. E' un ingegnere parmigiano di tentacinque anni. Dieci anni fa aveva rivolto le sue atenzioni ad una decine di ragazzine . Condannato, per quegli episodi il cumulo di pena sfiorava l'anno. Non finì in carcere. Le indagini intanto proseguono per capire se in questo periodo sia stato tranquillo o soltanto fortunato. Adesso è in carcere