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IL BANDITO TRADITO DA FACEBOOK

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AUTORE DI DIVERSI COLPI IN BANCA. IDENTIFICATI ANCHE TRE COMPLICI

Identificato grazie alle foto postate su facebook. E' un segno dei tempi. Non più pedinamenti o appostamenti estenuanti ma la paziente ricerca su un social network. Tradito da un"mi piace". Si chiama Egidio Famoso, residentre in Calabria ma già in carcere a Catania. Per parecchio tempo ha imperversato, armato di cutter, nelle banche del parmense. Incensurato, sarebbe stato introvabile se non fosse stato per quelle foto sul suoi profilo. Famoso faceva parte di una batteria di rapinatori di banche che grazie ad un'astuta rotazione tra i componenti è ritenuta responsabile di decine di rapine in tutta Italia. La prima volta che i poliziotti hano visto il suo volto è stato nel maggio 2012 in occasione della rapina al Monte dei Paschi di Colorno; bottino oltre 3500 euro. Poi a giugno dello stesso anno al Monte dei Paschi di via Langhirano in centro città. Non si riusciva a dare un nome a quel viso. Anche le impronte digitali, disinvoltamente lasciate in giro durante i colpi, non aiutavano gli investigatori. L'indagine sembrava destinata verso un binario morto. Fino alla segnalazine della Questura di Matera che aveva segnalato di avere sospetti su Egidio Famoso. L'idea vincente è stata quella di frugare su facebook. Caso risolto. E' lui l'autore delle rapine. Uno degli autori. L'ordinanza di custodia cautelare gli è stata notificata in carcere a a Catania dove Famoso è ristretto per altri reati. Per gli altri componenti della banda le indagini hanno seguito un percorso più classico, vecchio stile: le tracce lasciate dai cellulari. Così i poliziotti sono arrivati a Emanuele Grasso e Vincenzo Florio di 26 e 36 anni. Un quarto uomo, il più importante della banda è Ignazio Giuseppe Grasso di 48 anni. Noto alla Polizia di tutta Italia. Una lunghissima lista di precedenti. Era il manger dei rapinatori. Faceva da palo durante i colpi ma, soprattutto, era colui che li organizzava nei minimi particolari fin dalle fasi di reclutamento dei complici: pescava tra gli incensurati, assai più difficili da identificare. Faceva i sopralluoghi e studiava i percorsi di fuga, accompagnava la "squadra" sull'obiettivo e poi attendeva fuori. L'ordinanza di custodia cautelare lo ha raggiunto nel carcere di Vicenza dove sta scontando una pena per un altro colpo finito male.


24/01/2014

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