ERANO STATI AUTORI DI UN INGENTE FURTO AI DANNI DI UNA GIOIELLERIA DEL CENTRO
Il furto risale al 10 maggio scorso. Erano le 12,40 circa ed il titolare di una gioielleria ubicata in questo centro cittadino, richiedeva
l'intervento della Polizia poiché era rimasto vittima di un furto con destrezza.
La vittima raccontava ai poliziotti che poco prima, erano stati rubati, dall'interno della cassaforte lasciata aperta, quattro rotoli contenenti
otto orologi ciascuno, di prestigiose marche aventi un valore commerciale di circa 180.000 euro.
Gli investigatori della Sezione Antirapine, acquisivano le immagini videoregistrate relative al furto oggetto d'indagine che permettevano di capire
che gli esecutori materiali del furto erano almeno tre, mentre, all'esterno, venivano individuati altre 6/7 persone, probabilmente complici,
aventi caratteristiche fisiche riconducibili all'etnia sudamericane.
In particolare si poteva ricostruire l'episodio delittuoso in questo modo: mentre all'interno del negozio vi era la commessa alle prese con due
clienti, è entrato un uomo dai tratti sudamericani il quale ha chiesto di poter vedere una cornice che si trovava in vetrina; nel frattempo
sono entrati in negozio una donna vestita elegantemente in compagnia di un giovane completamente vestito di scuro e con uno zaino in spalla;
mentre il primo continuava a chiedere di vedere altre cornici in argento, esposte in vetrina, la complice ha iniziato a parlare con le clienti
già presenti in negozio per distrarle; lo straniero è poi uscito all'esterno del negozio per indicare, dalla vetrina, quale cornice
voleva acquistare; a quel punto l'uomo con lo zaino si è spostato nella parte del negozio dove è ubicata la cassaforte, aperta e,
approfittando della circostanza riusciva ad impadronirsi dei 32 orologi; poi si allontanavo, uno dopo l'altro, senza acquistare nulla. Le
successive attività tecniche svolte dalla Polizia Scientifica, permettevano di esaltare una impronta digitale sulla cornice che apparteneva
a tale GOMEZ RANGEL Rolando Michelle cittadino messicano. I successivi accertamenti permettevano di stabilire che GOMEZ RANGEL Rolando Michelle
altro non era che uno degli innumerevoli Alias di uno straniero che era stato, negli anni, arrestato e denunciato varie volte in Italia con
differenti identità. Gli accertamenti incrociati con altre Squadre Mobili, in particolare quella di Milano, permettevano di stabilire che
GOMEZ RANGEL Rolando Michelle aveva chiesto, pochi mesi prima, un permesso di soggiorno con le vere generalità, ossia CALDERON LOSADA
Cristher nato in Colombia il 09.10.1977. Il consueto scambio info-investigativo con le altre Squadre Mobili permetteva di verificare che, gli
autori del furto oggetto d'indagine, erano stati immortalati dalle telecamere di gioiellerie e banche in varie città del Nord Italia.
Acquisita la foto di CALDERON LOSADA, si poteva constatare che, effettivamente, il malvivente che aveva richiesto di visionare la cornice era
lui.
CALDERON LOSADA Cristher veniva indagato in stato di libertà. Agli inizi del mese di ottobre scorso, il G.I.P. Paola ARTUSI, su richiesta
del P.M. Paola REGGIANI emetteva una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del predetto CALDERON LOSADA Cristher.
I Poliziotti della Squadra Mobile di Parma, recatisi a Milano, rintracciavano il CALDERON LOSADA Cristher presso il carcere di San Vittore; lo
stesso era stato tratto in arresto il giorno precedente dal personale della Squadra Mobile di Como poiché autore di una rapina impropria
commessa all'interno di una banca comasca. A questi veniva notificata la misura restrittiva della libertà personale emessa dal Tribunale di
Parma. Poi si procedeva ad interessare il personale della Squadra Mobile di Como, apprendendo che il CALDERON LOSADA Cristher era stato
arrestato, unitamente ad altri tre suoi connazionali tra i quali c'era la donna vestita elegantemente che, all'interno della gioielleria
parmigiana, aveva distratto le clienti permettendo al terzo complice di rubare gli orologi. Il suo nome BARRERA ASTUDILLO Karem Lorena, nata in
Cile il 2.5.1978 a carico della quale il G.I.P. del Tribunale di Parma, sempre su richiesta del P.M. titolare dell'indagine, ha emesso una
ordinanza di custodia cautelare in carcere notificatole nel carcere di SanVittore dove la donna era gia ristretta. Ovviamente nessuna traccia degli
orologi sottratti….