La polizia pone fine a una triste vicenda di maltrattamenti. L'aguzzino finisce in cella
Nel primo pomeriggio del giorno 13 novembre u.s., personale del locale U.P.G.S.P. interveniva presso una privata abitazione per una segnalazione di lite in famiglia; sul posto il personale poteva immediatamente costatare la presenza di due donne, madre e figlia, le quali riferivano che poco prima, il compagno della madre, di origini sudamericane ma regolare sul territorio nazionale, si era barricato in casa, minacciando le due donne e manifestando, nel contempo, intenzioni suicide.
Il personale operante, all'interno dell'abitazione riusciva in breve a bloccare l'uomo non prima che questi, per assicurarsi la fuga, tentasse un'aggressione tentando di colpirli con calci e pugni; una volta immobilizzato veniva tratto in arresto per il reato di resistenza a pubblico ufficiale.
La compagna dell'uomo veniva invece accompagnata presso il locale ospedale ove veniva medicata per ecchimosi ed escoriazioni.
Nei giorni seguenti le due donne raccontavano agli operatori della Squadra Mobile in servizio presso la sezione specializzata per i reati sessuali e contro la persona, una lunga storia di violenze, maltrattamenti ed abusi, anche a sfondo sessuale; tali dichiarazioni ed i tempestivi accertamenti condotti consentivano alla Procura della Repubblica del Tribunale di Parma, in sede di convalida dell'arresto, di richiedere al G.I.P. l'applicazione della misura della custodia cautelare in carcere anche per il più grave reato di violenza sessuale, oltre ai reati di lesioni personali, maltrattamenti e minaccia ai danni delle due donne.
L'intervento sinergico dapprima del personale dell'U.P.G.S.P. poi corroborato da intense e tempestive indagini della Squadra Mobile hanno consentito di porre fine ad una vicenda di violenze e vessazioni, anche a sfondo sessuale, nata, come spesso accade, in ambito familiare.