Recuperata parte della refurtiva e la pistola usata per le rapine
E' napoletano, ha appena compiuto 41 anni. Tra il 18e il 20 agosto ha messo a segno tre rapine in rapida successione.
In quella del 18 agosto, poco prima della chiusura serale di un negozio per animali, in un centro commerciale, punta la pistola , una semiautomatica cromata, in faccia alla povera commessa che terrorizzata gli consegnava poco più di 900 euro.
Il 20 agosto ne mette a segno due praticamente una dopo l'altra. Alle 20.00 entra in un supermercato, cerca di rubare una ricarica telefonica ed altri prodotti ma viene bloccato dall'antitaccheggio. Torna indietro e punta la pistola in faccia alla cassiera intimandole di aprire la cassa. La donna scappa e lui desiste .
Poco dopo. Alle 20.15 si reca presso una farmacia e subito si dirige verso un impiegato al quale intima di consegnare l'incasso. Dopo aver ottenuto i soldi esce fuori l'arma e la punta in faccia al farmacista: "questa è una calibro nove chiama la tua collega e falla venire qui". Con la canna sfiora quasi il viso del poveretto. Dai due si fa consegnare anche i cellulari e poi li rinchiude nel retrobottega dove poco più tardi saranno trovati da un cliente attirato dalle grida d'aiuto.
Serrate indagini della squadra mobile e accuratissime analisi dei filmati che mostravano le "gesta" del rapinatore, sempre lo stesso nei tre episodi, mettevano gli investigatori sulle tracce di un uomo sulla quarantina che si muoveva a bordo di una Fiat Punto grigia con un "ruotino" al posto della ruota normale.
Per tre giorni i poliziotti sono stati alla ricerca della vettura fino ad individuarla in un parcheggio interno di un condominio nella periferia di Parma.
Dopo qualche ora su quella macchina saliva VINGELLI Salvatore, di Napoli. Gli investigatori non hanno dubbi il suo volto è scolpito nella loro memoria. Lo bloccano, lo perquisiscono e trovano un "tirapugni" e dei soldi.
Più tardi nella sua abitazione troveranno gli abiti usati nelle rapine, soldi (parte della refurtiva) e la famigerata pistola, rivelatasi una scacciacani, fedele replica di una calibro nove della BERETTA, che il VINGELLI aveva più volte puntato al viso delle sue vittime.
Messo davanti all'evidenza dei fatti VINGELLI confessava tutte le rapine. Veniva posto in stato di fermo di indiziato di delitto e tradotto in carcere. Il fermo è stato convalidato dall'A.G.