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ARRESTATI DUE MALVIVENTI AUTORI DI UNA VIOLENTA RAPINA IN GIOIELLERIA

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LA POLIZIA DI STATO ARRESTA DUE RAPINATORI DI GIOIELLERIA CHE INFIERISCONO SULLA TITOLARE

Agenti della Polizia di Stato, appartenenti alla sezione "Antirapina" della Squadra Mobile di Palermo, hanno tratto in arresto i pregiudicati palermitani VENTIMIGLIA Salvatore Riccardo, di anni 19, residente in via Discesa Candelai e PRIOLO Alessandro, di anni 20, residente in via Porta Carini, in esecuzione di un'Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Palermo, dott.ssa Adriana Piras, su richiesta del P.M., dr. Carlo Lenzi e coordinate dal Procuratore Aggiunto dr. SCALIA.

I due complici sono ritenuti responsabili di una efferata rapina compiuta in pieno centro cittadino ai danni della gioielleria "GIANNI' PREZIOSI" di via Marchese VIllabianca, lo scorso 26 ottobre.

La rapina era stata pianificata nei minimi dettagli e preparata dai complici con una sortita nell'esercizio commerciale avvenuta qualche giorno prima che era servita al Priolo per accreditarsi, quale cliente abituale, agli occhi della titolare dell'esercizio.

In quella circostanza, Priolo, fingendosi interessato all'acquisto di una fedina, aveva indugiato nei locali della gioielleria, mercanteggiando il prezzo del gioiello e carpendo così la fiducia della proprietaria.

Quel blitz preparatorio si sarebbe rivelato, in effetti, controproducente per i complici perché avrebbe consentito alla titolare dell'esercizio e ad un'amica presente di fissare bene in mente il volto del malvivente che a distanza di qualche giorno sarebbe ritornato, questa volta per compiere la rapina.

Il 26 ottobre, in prossimità dell'orario di chiusura dell'esercizio, Priolo riuscì ad oltrepassare la prima porta della gioielleria ma non la seconda, incontrando le resistenze della proprietaria che, legittimamente, nutriva dei sospetti sulle intenzioni dell'uomo.

Priolo riuscì a vincere la diffidenza della donna ricordandole di avere acquistato qualche giorno prima una fedina e facendosi così sbloccare l'ultima porta.

Appena entrato l'uomo non aspettò molto per passare alle vie di fatto: estrasse dalla cintola una pistola e la puntò all'addome della donna, minacciandola di consegnargli quanti più monili possibili.

Nei concitati frangenti Priolo consentì l'accesso al complice, il Ventimiglia, insieme al quale depredò una vetrina dei gioielli contenuti, per un valore di circa 400,00 euro.

Ulteriore particolare che denotò una consistente attitudine al crimine è legato al fatto che i complici, notata l'installazione di telecamere a circuito chiuso nei locali, prima di andar via, riuscirono a scovare il lettore cui l'impianto faceva riferimento, lo danneggiarono e ne sottrassero il DVD.

Ciò non basto ad impedire che i tecnici del Gabinetto Regionale di Poizia Scientifica riuscissero a risalire lo stesso alle immagini della rapina, recuperandole dal server "remoto" dell'impianto.

Si risalì così alle identità dei due complici che avevano agito con tanta efferatezza e che prima di andar via avevano addirittura trascinato la malcapitata in uno stanzino della gioielleria per guadagnare tempo prima che scattasse l'allarme.

Priolo e Ventimiglia furono subito riconosciuti dai poliziotti dell' "Antirapina" come criminali di lungo corso, per altro, all' epoca dei fatti, costretti in regime di arresti domiciliari per due distinti episodi di rapina.

I due risultano, pertanto, reclusi presso la locale casa circondariale.


16/06/2011

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