IL PARROCO E' STATO ARRESTATO A ROMA PER ABUSI COMMESSI SU MINORI DURANTE LA SUA PERMANENZA SACERDOTALE A PALERMO.
La Polizia di Stato ha ricostruito una serie di abusi sessuali su minori compiuti da un prete.
In data odierna, a Roma, personale della Squadra Mobile di Palermo, guidata dal dr. Ruperti, con l'ausilio della Squadra Mobile romana, ha dato esecuzione ad una Ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Palermo, nei confronti di un sacerdote palermitano 40enne, ritenuto responsabile del reato di violenza sessuale in danno di tre minorenni.
Gli absui sarebbero avvenuti durante la sua permanenza sacerdotale nel capoluogo siciliano e le indagini sono state, quindi, condotte, sotto la guida della Procura della Repubblica di Palermo - Sezione Fasce Deboli- che ha delegato la Sezione specializzata "Reati in danno di minori e reati sessuali" della Squadra Mobile di Palermo all'accertamento dei fatti.
L'attività di riscontro dei poliziotti palermitani ha permesso di scoprire che due fratelli di 13 e di 15 anni erano stati oggetto di atti sessuali da parte del parroco della Chiesa di Palermo che frequentavano. I fatti avrebbero avuto inizio in occasione di un pellegrinaggio e sarebbero poi continuati in periodi successivi anche presso l'abitazione dei minori.
Il sacerdote, abusando del rapporto di fiducia che si era instaurato con la madre dei minori, era diventato un punto di riferimento per i due ragazzini, tanto da pagare il biglietto per un pellegrinaggio all'estero per uno dei due e fare loro diversi regali.
La madre dei due ragazzi dopo avere appreso da uno dei figli cosa era successo aveva prontamente denunciato la vicenda.
Le indagini, dirette dalla locale Procura, si sono avvalse di alcune testimonianze ed hanno permesso di ricostruire un'altra vicenda, avvenuta qualche tempo prima, di abusi sessuali ai danni di una terza vittima, oggi maggiorenne.
Infine, si è acquisita la conversazione, via chat, che il sacerdote aveva intrattenuto con una parrocchiana, nella quale lo stesso le confessava quanto aveva fatto in un momento di debolezza, durante un pellegrinaggio.