I POLIZIOTTI INDIVIDUANO UN RAPINATORE SERIALE DI IPHONE RICONOSCIUTO DALLA SUA VITTIMA SU UN NETWORK.
La Polizia di Stato, stamane, ha notificato a Verduci Cosimo, una Ordinanza di applicazione della misura degli arresti domiciliari, emessa dal GIP del Tribunale di Palermo, dott. Guglielmo Nicastro.
Grazie ad una proficua attività di indagine condotta dalla Digos di Palermo e ad un inconsapevole assist da parte degli organi di stampa, il Verduci è stato ritenuto responsabile di una rapina commessa nel quartiere "Kalsa", poco più di un anno fa.
I fatti risalgono al 20 Dicembre del 2013, quando un uomo si era presentato presso gli Uffici di Polizia per denunciare una rapina, avvenuta la sera precedente in via Lungarini, in zona piazza Marina, ad opera di due giovani che, con la scusa di chiedere l'ora, lo avevano aggredito spingendolo e colpendolo al volto.
Il tentativo di reazione da parte della vittima gli aveva fatto guadagnare solo una rovinosa caduta per terra.
Nell'occorso, la vittima aveva perso il cellulare, un "Iphone4", ed i malviventi non avevano esitato ad impossessarsene ed a fuggire.
Le indagini dei poliziotti della Digos, avviate sulla base dell'esame dei frame estrapolati dalle immagini di telecamere di sorveglianza di alcuni esercizi commerciali trasmesse al locale Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, hanno ricevuto una inaspettata spinta propulsiva, una decina di giorni dopo l'aggressione.
La stessa vittima ha infatti riconosciuto nella foto di un rapinatore arrestato, specializzato in rapine aventi ad oggetto I-Phone, foto divulgata e pubblicata su siti d'informazione on-line, l'effigie di uno dei due giovani che lo avevano rapinato.
A medesima conclusione, ovvero al riconoscimento del Verduci, la vittima giungeva quando i poliziotti le sottoponevano un album contenente le foto segnaletiche di soggetti, pregiudicati di specie, tra le quali quella del Verduci.
I poliziotti della Digos, questa mattina, hanno pertanto eseguito l'Ordinanza degli arresti domiciliari a carico di Verduci Cosimo, in quanto riconosciuto responsabile, in concorso con altra persona rimasta ignota, del reato di rapina.
Indagini sono in corso per risalire al complice.