I LINGOTTI SONO IL VOLUMINOSO CARICO DI UNA MONOVOLUME FERMATA DAGLI AGENTI. PLAUSIBILE CHE ARGENTERIA RUBATA FOSSE FATTA CONFLUIRE IN UN MAGAZZINO LABORATORIO DI BRANCACCIO PER ESSERE FUSA E TRASFORMATA IN LINGOTTI.
La Polizia di Stato ha recuperato 45 lingotti d'argento ed 1 lingotto d'oro, di dubbia provenienza, il cui valore, approssimativamente, è stato stimato sfiorare i trecentomila euro.
A far da cornice all'operazione l'opaca attività di uno dei tanti "Compro oro" disseminati in città, per l'occasione, trasformato da una laboriosa famiglia palermitana in "Compro e Fondo oro"
La colossale scoperta della Polizia risale a pochi giorni fa quando una pattuglia del Commissariato P.S. "Libertà", ha incrociato, all'altezza del ponte di via Giafar, una vettura monovolume ad alta velocità con il retrotreno particolarmente ribassato, come se nel bagagliaio fosse custodito un carico pesante.
Immediato il controllo degli agenti alle cui domande su cosa fosse trasportato nella vettura, il conducente non ha saputo fornire spiegazioni plausibili.
La natura del contenuto del bagaliaio ha stupito gli agenti al di là della più sorprendente previsione: stipati nel mezzo, sono stati rinvenuti infatti 45 lingotti di puro argento.
I poliziotti hanno verificato come l'uomo fosse il capostipite di un nucleo familiare composto da figli e nipoti, impegnato nella gestione di una attività di "Compro oro", nella zona est cittadina.
Neanche dal registro di "Carico e scarico" della predetta attività è emerso alcun elemento che potesse tracciare la provenienza dell'argento ritrovato dai poliziotti.
Ad aprire agli investigatori nuovi, inquietanti scenari sarebbe stato uno dei figli del fermato che, convocato contestualmente, avrebbe condotto i poliziotti nei pressi di un magazzino della zona industriale di Brancaccio.
Il magazzino era, in realtà, un artigianale laboratorio utilizzato per la fusione dell'argento ed anche dell'oro.
Vicino all'attrezzatura, pronte quindi ad essere sciolte e trasformate in lingotti, numerose posate d'argento che il figlio ha raccontato di avere acquistato da uno sconosciuto a "buon mercato".
Ancor meno convincente il racconto dell'uomo in relazione alla provenienza di un lingotto d'oro, rintracciato dai poliziotti nel magazzino e risultato, a suo dire, della fusione di alcuni monili della sua famiglia, "sacrificati", in tempi di crisi, alla necessità di reperire oro giallo.
Il valore dei lingotti e delle posate ritrovate è stato stimato in trecentomila euro circa.
Il padre, l'individuo fermato dai poliziotti alla guida del monovolume, è stato denunciato per riciclaggio, il figlio, il componente del nucleo familiare che ha indicato agli agenti il magazzino/laboratorio, è stato denunciato per ricettazione.
Indagini in corso sul giro di preziosi rubati che, plausibilmente, sottende al ritrovamento dei lingotti .