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LA POLIZIA DI STATO ARRESTA DUE SCAFISTI DI NAZIONALITA' EGIZIANA.

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I DUE STRANIERI ACCUSATI,DI AVERE CONDOTTO UN BARCONE CON A BORDO 250 PROFUGHI POI SALVATI DALLA MARINA MILITARE IN ACQUE NON DISTANTI DALLE COSTE ITALIANE.

Agenti della Polizia di Stato appartenenti alla sezione "Criminalità organizzata" della Squadra Mobile, ieri pomeriggio, hanno eseguito il fermo di ASSAN Ismail, 52enne e DEER Mohamed, 28enne, entrambi egiziani, ritenuti responsabili del reato di favoreggiamento aggravato dell'immigrazione clandestina nel territorio dello Stato.

I due cittadini egiziani sarebbero ritenuti i due scafisti di un natante con a bordo 240 persone, tempestivamente soccorse e tratte in salvo, lo scorso 30 aprile, in posizione ricadente all'interno dell'area Sar Libica, da una nave della Marina Militare italiana nell'ambito dell'operazione "Mare Nostrum".

I naufraghi, insieme ai passeggeri di altre due imbarcazioni in difficoltà, intercettate e soccorse, approssimativamente nello stesso specchio di acqua, sarebbero successivamente approdati al porto di Palermo.

L'individuazione dei due scafisti è avvenuta a seguito di alcuni particolari emersi, sin dalle fasi di soccorso dei naufraghi, quasi tutti di origine eritrea.

Prima il personale della Marina Militare e successivamente i poliziotti della Mobile palermitana hanno notato come tra i passeggeri soccorsi, due di essi si distinguessero per etnia, posizione tenuta sull'imbarcazione all'atto del soccorso e condizioni fisiche.

Lineamenti e carnagione tradivano infatti una provenienza geografica diversa da quella della maggior parte dei naufraghi, i due sono stati visti più volte nei pressi del timone della nave e, soprattutto, non apparivano provati e sfibrati dalla traversata come i presunti "compagni di viaggio".

In fase di identificazione, dopo un iniziale tentativo di accreditarsi come cittadini eritrei, i due hanno dichiarato di essere egiziani, declinando delle generalità che sono al vaglio dei poliziotti.

A chiarire ogni dubbio alla Squadra Mobile palermitana sono state le convergenti dichiarazioni di tre passeggeri che hanno indicato i due egiziani come scafisti.

I fermati dovranno rispondere dell'aver commesso un reato, il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, aggravato dalla circostanza di avere condotto più di cinque immigrati in Italia e, soprattutto, dall'aver esposto le persone trasportate a pericolo per la vita e per l'incolumità, viaggiando in condizioni di sovraffollamento, in assenza di dotazioni di sicurezza individuale, imbarcando acqua a bordo.

Le dichiarazioni dei testimoni hanno consentito di far luce sui particolari dell'ennesimo viaggio della speranza, proceduto a tappe forzate, partito da latitudini sub sahariane, passato attraverso fasi intermedie in territori libici e conclusosi quasi tragicamente in mare.

Le indagini hanno rivelato come un viaggio, dal luogo di partenza e passando per la Libia, potesse arrivare a costare, al singolo straniero, oltre 4000 dollari.

Le dichiarazioni, inoltre, dei testimoni, hanno confermato come la gestione del viaggio intero sia appannaggio di organizzazioni strutturate e transnazionali .


13/05/2014

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