Nella notte la Polizia di Stato ha smantellato una rete di spaccio con ramificazioni in provincia e nel trapanese arrestando 11 pusher nel popolare quartiere "capo", sequestrati inoltre 7 kg di sostanza stupefacente
E' in corso dalle prime luci dell'alba una vasta operazione antidroga della Polizia di Stato, che sta disarticolando una importante organizzazione di spaccio di cocaina ed hashish avente, quale base operativa, il popolare quartiere palermitano del "Capo".
I poliziotti del Commissariato P.S. "Politeama", stanno così dando esecuzione ad una Ordinanza di Custodia Cautelare emessa dal emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo, dr. Michele Alajmo, su richiesta del P.M., dr. Ennio Petrigni.
L'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla detenzione ed allo spaccio di cocaina ed hashish riguarda 11 soggetti, per sette di loro è stata disposta la custodia cautelare in carcere mentre 4 soggetti saranno sottoposti a custodia cautelare domiciliare, mentre per un uomo è stata disposta la misura dell'obbligo di dimora nel comune di residenza.
L'indagine della Polizia ha preso le mosse dall'arresto in flagranza, avvenuto nel gennaio del 2010, di due spacciatori di hashish "al minuto" avvenuto nel quartiere del "Capo".
Da quella data i poliziotti del Commissariato P.S. "Politeama", grazie al fondamentale strumento delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, sono riusciti a ricostruire uno scenario di spaccio che, proprio partendo dal popoloso quartiere palermitano, a "macchia di leopardo" e con un veloce "effetto domino" si è esteso in alcuni centri della provincia, talvolta varcando i confini stessi del palermitano per raggiungere Mazara del Vallo.
Le indagini hanno, via via, registrato una progressiva crescita dell'organizzazione attraverso un costante reclutamento di spacciatori, spesso incensurati e disoccupati ed invogliati dai promotori, ad entrare a far parte dell'organizzazione, dalla possibilità di ottenere finalmente un "posto di lavoro".
A seguito di importanti sequestri di stupefacente, le successive intercettazioni hanno, altresì, verificato i timori degli associati, in ordine all'inevitabile rallentamento dell'attività di vendita di droga, quale conseguenza dell'attenzione rivolta dalle "Forze dell'Ordine" alle piazze dello spaccio.
Talvolta, l'attività di spaccio è stata stimolata dalla necessità di reperire con urgenza fondi per il sostentamento della famiglie dei carcerati.
Un ruolo particolare è stato quello assunto dal parente di uno degli arrestati (nei suoi confronti è stato disposto l'obbligo di dimora) che, per testare la bontà della cocaina, non esitava ad "assaggiare" sistematicamente lo stupefacente e vantarne l'ottima qualità.