Decisiva la collaborazione di un cittadino nell’ individuazione dell’ uomo
Ormai la “truffa dello specchietto” è diventata un classico ed i tentativi dei malintenzionati in questo senso si ripetono periodicamente. La tecnica adottata è molto semplice: il truffatore gira per nel traffico cittadino al volante della sua automobile che presenta, nemmeno a dirlo, lo specchietto del lato guida rotto o crepato.
Il delinquente, una volta individuata la vittima, un malcapitato automobilista che sopraggiunge dalla direzione opposta, simula un contatto, in genere lanciando una pallina di gomma contro la macchina della vittima per riprodurre il rumore di un urto.
Se la controparte non si ferma spontaneamente il truffatore la insegue e la costringe a constatare il danno , a suo dire, subito. Da questo punto in poi la parlantina e l’ abilità del delinquente fanno il resto e convincono il malcapitato di aver causato il danno preesistente ma di essere anche disponibile ad accettare del denaro cash piuttosto che causargli i fastidi burocratici e, soprattutto il temutissimo aumento del premio assicurativo, in cui incorrerebbe se si seguisse la prassi della constatazione amichevole.
Questa volta però il piano ha subito un intoppo. Infatti quando il truffatore di turno, un quarantacinquenne siciliano, a bordo del suo Fiat Doblò ha individuato , lungo via Bronzetti, un’ anziana signora alla guida della sua Panda rossa come vittima del suo imbroglio, non aveva messo in conto la presenza di un solerte cittadino che, avendo assistito alla scena e fiutato la truffa, seguiva lo svolgersi degli eventi riuscendo poi a contattare la centrale operativa della Questura e facendo rintracciare il malintenzionato che nel frattempo si era defilato in una via secondaria insieme all’ ignara signora.
Al momento dell’ arrivo della Volante tuttavia la donna si era già allontanata ma gli agenti riuscivano ad identificare il truffatore e, in seguito ad accertamenti, scoprivano che aveva già precedenti penali inerenti lo stesso specifico reato.
Accompagnato in Questura l’ uomo, che dichiarava di essere un arrotino ambulante di professione, veniva indagato in stato di libertà per il reato di tentata truffa e gli veniva notificato il foglio di via obbligatorio dal comune di Padova con relativo divieto di farvi ritorno per tre anni.