SI TRATTA DEL 200ESIMO TRATTENIMENTO PRESSO UN CPR DALL’INIZIO DELL’ANNO
Nella mattinata di ieri, martedì 21 novembre, l’Ufficio Immigrazione della Questura ha proceduto all’esecuzione dell’espulsione emessa dal Prefetto di Padova di un 52enne tunisino irregolare appena uscito dalla Casa di Reclusione per fine pena.
L’espulsione è stata eseguita con provvedimento del Questore di Padova Marco Odorisio con cui è stato disposto il trattenimento presso il CPR di Ponte Galeria (Roma), grazie all’assegnazione di un posto presso uno dei Centri di Permanenza e Rimpatrio sul territorio nazionale da parte della Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere: si tratta del 200esimo provvedimento di collocamento presso un CPR adottato dall’inizio dell’anno ad oggi dalla Questura di Padova.
Entrato in Italia nel 1995 dalla frontiera di Genova, il 52enne ha regolarizzato la propria posizione sul territorio nazionale usufruendo della sanatoria del 1998, ottenendo un permesso di soggiorno dalla Questura di Lodi che, nel 2003, gli è stato revocato per pericolosità sociale.
A gennaio 2014 il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Lodi ha emesso un provvedimento di cumulo pene concorrenti a suo carico per un totale di 3 anni di reclusione e una multa di 600 euro in ordine al reato di rapina.
Nell’ottobre 2019, inoltre, lo straniero è stato condannato da parte l’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Milano con un provvedimento di cumulo pene concorrenti alla pena di 6 anni e 2 mesi di reclusione ed al pagamento di una multa di 2700 euro, in ordine ai reati di rapina, rapina in concorso, lesioni personali e resistenza a Pubblico Ufficiale.
In particolare, è stato ritenuto responsabile di una rapina consumata nel 2018 in provincia di Pavia, ai danni di una coppia di giovani che, mentre si trovavano in macchina, sono stati sorpresi da tre persone, tra cui il tunisino, che hanno aperto le portiere posteriori dell’auto e sono saliti a bordo, minacciandoli e costringendoli a guidare per oltre mezz’ora senza meta, per poi rapinarli di quanto in loro possesso e facendo perdere le proprie tracce a bordo dell’auto.