Condannato e ricercato dal 2020 per furto in abitazione, è stato catturato e trovato in possesso di diversi monili d’oro probabile provento di furti commessi a Padova e provincia.
I poliziotti della “Sezione reati contro il patrimonio” della Squadra Mobile hanno catturato un 30enne albanese pluripregiudicato per reati contro il patrimonio destinatario di un provvedimento restrittivo emesso dalla Procura di Milano.
Nel corso della mattinata, durante di normale servizio di perlustrazione in zona Guizza una Volante della Questura ingaggiava un inseguimento con un’Opel Astra, il cui conducente (un uomo sui trent’anni dell’est Europa), giunto all’altezza di Via Diano, si dava alla fuga abbandonando sul posto il veicolo e dileguandosi tra le abitazioni. A bordo del medesimo veicolo veniva controllata una 23enne albanese, la quale, poco collaborativa, riferiva di non sapere il motivo per cui l’uomo in sua compagnia aveva deciso di scappare. All’interno dell’abitacolo veniva rinvenuto uno scontrino di un esercizio commerciale di Torri di Quartesolo (VI) relativo all’acquisto di alcuni utensili da scasso (un giramaschi, cacciaviti, punte a spirale per legno, guanti).
La donna risultava invero essere stata controllata nel recente passato, peraltro sempre a bordo della medesima auto, assieme ad un suo connazionale 30enne, destinatario di provvedimento di cattura emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano nel luglio 2020 per la pena di anni 1 e mesi 8 di reclusione, avendo riportato condanne per furto in abitazione e lesioni personali.
Quest’ultimo veniva riconosciuto proprio nel conducente dell’Opel Astra fuggito inspiegabilmente e che aveva fatto perdere le proprie tracce. L’uomo risultava effettivamente irreperibile ed essersi sottratto alla cattura sin dal 2020.
Gli investigatori della Squadra Mobile hanno dunque predisposto dei servizi di osservazione, pedinando la donna, una volta che la stessa è stata congedata dai colleghi della volante. Quest’ultima, tuttavia, mostrandosi assai scaltra, consapevole di poter essere seguita, si dirigeva prima a Sant’Agostino di Albignasego (PD) e poi a Terradura di Due Carrare (PD) percorrendo vie poco trafficate, compiendo brevi soste o repentine inversioni di marcia (così da avvedersi della presenza di auto al seguito) ed oltrepassando i semafori non appena la luce diveniva di colore arancione. Nonostante tali accorgimenti i poliziotti sono riusciti a seguire la donna fino a che la stessa non accedeva all’interno di una struttura ricettiva di Due Carrare, ove aveva prenotato una camera pagando in anticipo 15 notti. Accertata l’assenza del fuggitivo all’interno della medesima struttura (e nonostante la donna avesse nel frattempo deciso di lasciare definitivamente la stanza), i poliziotti si sono appostati per diverse ore convinti che quello potesse essere l’unico punto di ricongiungimento tra i due. Ed effettivamente qualche ora più tardi, il 30enne si faceva vivo. Giunto in prossimità della struttura ricettiva, prendeva posto lì vicino, in una panchina di un giardino pubblico. Non appena gli agenti in abiti civili si avvicinavano a lui, qualificandosi quali appartenenti alla Polizia di Stato, lo stesso si dava a precipitosa fuga, venendo questa volta raggiunto dopo pochi metri ed immobilizzato a terra mediante l’utilizzo delle manette di sicurezza. Le ragioni della fuga trovavano un’ulteriore motivazione negli oggetti rinvenutigli addosso. All’interno delle tasche il 30enne occultava dei sacchetti trasparenti con all’interno diversi monili in oro ed un orologio marca Omega di probabile provenienza illecita. Privo di documenti, veniva accompagnato presso gli Uffici della Squadra Mobile della Questura e compiutamente identificato nel ricercato, quindi arrestato e ristretto presso la locale Casa di Reclusione.
L’uomo è stato al momento deferito anche per il reato di ricettazione, proprio in ragione del possesso dei preziosi del cui possesso non ha saputo fornire una plausibile spiegazione.
Gli oggetti in oro di cui si sconosce al momento la provenienza sono in sequestro e custoditi in Questura, in attesa delle denunce di furto da parte dei legittimi proprietari.
Si invita a visitare il sito della Questura di Padova per visionarne le foto ed ove ne venissero riconosciuti alcuni come propri di contattare il numero 049 833111 – chiedere Sezioni Reati Contro il Patrimonio.