Nella mattinata odierna, le DIGOS di Vicenza e Padova, su delega del Sostituto Procuratore della Repubblica di Vicenza, dott.ssa Maria Elena PINNA, hanno eseguito 16 perquisizioni a carico di altrettanti ULTRAS del Padova, resisi responsabili di vari reati in occasione dell’incontro di calcio Vicenza – Padova del 27 gennaio 2018.
Oltre ai 16 destinatari delle perquisizioni, sono indagate altre 3 persone che si aggiungono a quella già segnalata all’A.G. per resistenza a pubblico ufficiale nell’immediatezza della gara.
Pertanto, ad oggi, il numero complessivo degli indagati per i fatti in questione ammonta a 20 persone, tutte ULTRAS del Padova.
Nei loro confronti, il Questore di Vicenza, dr. Giuseppe PETRONZI, ha avviato le procedure per l’applicazione del DASPO (divieto di accesso ai luoghi ove si svolgono manifestazioni sportive).
Dopo i gravi fatti registrati in occasione del citato incontro di calcio, le DIGOS di Vicenza e Padova hanno sviluppato una congiunta attività di analisi dei filmati dell’impianto di videosorveglianza dello Stadio e quelli della Polizia Scientifica, identificando i responsabili.
Nelle fasi di afflusso allo stadio, un consistente gruppo di tifosi padovani, accompagnati a bordo di autobus dal parcheggio di Vicenza Est, scortati dal dispositivo di ordine pubblico, una volta giunti all’interno dell’area parcheggio loro assegnata (area sterile), lanciava grossi petardi in direzione delle Forze dell’Ordine. Appena scesi dagli autobus, cercavano di uscire dall’area sterile per tentare di raggiungere tifosi vicentini. Nel frangente, molti ULTRAS padovani, con il volto travisato, lanciavano petardi, bottiglie ed altri oggetti contundenti contro operatori di Polizia, aggredendoli con aste di bandiere e cinture.
L’azione di contenimento della Polizia permetteva di vincere la violenza dei tifosi, contenendoli all’interno dell’area loro assegnata.
Nella circostanza, rimanevano feriti il Dirigente del servizio di ordine pubblico della Questura di Vicenza (con prognosi di gg. 20 per “trauma contusivo all’emicostato destro con infrazione alla 9^ costa”), un Operatore della Polizia di Stato in servizio all’Unità Cinofila della Questura di Milano (colpito dalla deflagrazione di un grosso petardo, lanciato al suo indirizzo, che gli causava una ferita lacero-contusa con ematoma al polpaccio sinistro, guaribile in giorni 5 s.c.), e 2 Agenti del Reparto Mobile di Padova che riportavano contusioni agli arti superiori ed inferiori (ciascuno con prognosi di gg. 15).
Cessata l’aggressione alle Forze di Polizia, i tifosi ospiti facevano ingresso agli spalti, nel loro settore. All’interno dello stadio, prima, durante ed al termine dell’incontro, alcuni supporter padovani si evidenziavano per gestualità ricondicibili alla destra estrema ed accendevano numerosi artifizi pirotecnici e petardi che venivano lanciati dagli stessi sul terreno di gioco.
Al termine dell’incontro, nelle fasi di deflusso della tifoseria ospite, sugli spalti del settore occupato dai padovani, veniva esposto uno cartello di cartoncino dai contennuti antisemiti. In proposito, l’analisi dei filmati ha evideniato che un sostenitore padovano, dopo essersi travisato il volto, sistemava, sotto una pezza con la scritta “LOREGGIA” (precedentemente affissa in Gradinata Nord), il cartello in questione, riportante la dicitura “SE QUESTO E’ UN UOMO”, accompagnata dal disegno di un uomo con la maglia del Vicenza Calcio che mangia un gatto. Sollevato poi il carrtello con la scritta “LOREGGIA”, diventava visibile quello con i contenuti antisemiti.
L’espressione usata nel cartello, per l’evidente richiamo al romanzo di Primo LEVI fatto peraltro il 27 Gennaio in cui ricorre il “Giorno della Memoria”, è interpretabile come provocazione alla tifoseria vicentina attraverso il malcelato e gravissimo riferimento alle vittime dell’Olocausto.
Si segnala, in particolare, che uno degli indagati (istruttore di arti marziali), in momenti diversi, si è reso responsabile dell’aggressione al Dirigente del servizio di ordine pubblico, dell’esposizione del citato cartello antisemita, nonché di manifestazioni esteriori di stampo fascista sugli spalti.
Gli indagati (tra cui i 16 perquisiti) sono residenti a Padova (4), Mestrino (2), Ponte San Nicolò (2), Saonara (1), Rubano (1), Maserà di Padova (1), Limena (1), Camposampiero (3), Oderzo (1), Vigonza (2), Albignasego (1).
I reati a vario titolo contestati sono: travisamento in occassione di manifestazione sportiva (art. 5 L. 152/1975), possesso di oggetti atti ad offendere in occasione di manifestazione sportiva (art. 6-ter L. 401/1989), lancio di materiale pericoloso in occasione di manifestazione sportiva (art. 6-bis L. 401/1989), violenza/resistenza a pubblico ufficiale aggrevata (art. 337 C.P.), manifestazioni esteriori del disciolto partito fascista (art. 2 comma 1, L. 205/1993), lesioni personali aggravate (art. 582 C.P.).
Su delega della Autorità Giudiziaria, sono stati ispezionati e sequestrati i telefoni cellulari ed i supporti informatici (i-pad, computer) degli indagati, per ricercare documenti ed immagini di possibile valenza discriminatoria e/o di incitamento all’odio per motivi etnici, razziali, nazionali o religiosi (cd. Legge Mancino). Sono stati rinvenuti e sequestrati, oltre a diversi capi di abbigliamento utilizzati per il travisamento al momento della commissione dei reati, una bandiera con svastica nazista, una noccoliera (alias tirapugni), un coltello da combattimento, una mazza da baseball, un manganello telescopico, due confezioni di artifizi pirotecnici, un fumogeno ed una biografia di Erich PRIEBKE.