Nella giornata di ieri, gli uomini della Squadra Mobile di Padova hanno arrestato, in esecuzione di un’ ordinanza di custodia cautelare in carcere, JOUNI Mohamed nato il 7 febbraio 1984, resosi responsabile del reato di lesioni e minacce aggravate e reiterate nei confronti della moglie e della suocera.
La vicenda era da tempo nota alla polizia ed all’A.G., tant’e che l’uomo era già stato destinatario di diverse misure cautelari, volte a tutelare la sicurezza oltre che della moglie, anche della madre di quest’ultima, lei stessa oggetto di aggressioni da parte dello Jouni, quando, in più occasioni era intervenuta per difendere la figlia dalla furia dell’uomo.
In particolare, la vicenda della difficile situazione familiare, è stata manifestata alla Polizia nel maggio di quest’anno, quando una pattuglia delle Volanti della Questura di Padova, era intervenuta presso il nucleo familiare per una lite in famiglia.
Giunti sul posto, gli agenti hanno immediatamente percepito la gravità della situazione, infatti, in casa erano presenti pezzi di vetro e di ceramica infranti, una sedia di legno completamente a pezzi: segni evidenti di una “furibonda” lite. Nella circostanza le donne, ovvero la moglie dell’uomo e la madre di quest’ultima, apparivano molto provate dalla situazione familiare e riferivano agli agenti di continue e gravi minacce e lesioni sofferte da entrambe, anche alla presenza delle figlie minori della coppia, rispettivamente di 11 e 5 anni
Nella circostanza, anche le bimbe sono apparse agli operatori molto spaventate per il violento litigio appena avvenuto, e durante il quale il loro papà aveva minacciato di morte la mamma con un coltello, con il quale poi, aveva colpito la suocera, intervenuta per difendere la propria figlia.
Costatata la gravità della vicenda, l’uomo era stato immediatamente allontanato dall’abitazione, e successivamente, a suo carico, l’A.G. aveva emesso la misura cautelare del divieto di avvicinamento alle parti offese.
Misura, alla quale l’uomo non si è però attenuto, infatti, nel mese di Luglio gli operatori della volante sono di nuovo intervenuti presso il domicilio delle vittime, ancora una volta per una segnalata “lite in famiglia”.
In tale avvenimento l’uomo, venendo meno alle prescrizioni della misura cautelare adottata a suo carico, aveva contattato telefonicamente moglie chiedendole di poter vedere le figlie e quest’ultima, per non creare ulteriori attriti, aveva acconsentito, cosi come aveva fatto in altre occasioni.
Ma la sera del 3 luglio, lo Jouni, appena vista la donna, l’aveva da subito aggredita assumendo un atteggiamento offensivo e gravemente minaccioso, tanto da costringerla a rincasare di corsa e chiudersi all’interno della propria abitazione.
Ai poliziotti sopraggiunti, ancora una volta, la vittima raccontava dei continui e mai interrotti atteggiamenti vessatori del soggetto, che contravvenendo a quanto ordinato dall’A.G. continuava a contattarla telefonicamente anche in orario notturno, ed in diverse occasioni, a sostare nel giardino condominiale situato sul retro dell’abitazione, così di fatto, costringendola a chiudersi in casa per timore di imbattersi in lui.
Da tali fatti, opportunamente riferiti dalla Polizia all’A G, scaturiva un provvedimento di custodia cautelare in carcere, a seguito del quale, l’uomo permaneva ristretto fino alla meta del mese di novembre.
Purtroppo, a far data dalla sua scarcerazione, quest’ultimo riprendeva la propria condotta intimidatoria nei confronti della vittima, chiamandola continuamente al telefono e minacciandola di gravi ripercussioni.
Ancora una volta la donna, esasperata ed intimorita, si è rivolta alla Polizia alla quale riferiva il permanere della grave e pericolosa situazione.
A tal punto gli agenti, dopo avere riscontrato, con un’attenta e puntuale attività di polizia giudiziaria che il soggetto, evidentemente, non rassegnato alla fine della relazione coniugale aveva continuato a manifestare una gelosia ossessiva nei confronti della moglie, riferivano l’esito dell’indagine all’A.G. che, ha emesso a carico dell’uomo, l’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita, appunto nella giornata di ieri dagli uomini della Squadra Mobile di Padova.