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Bullismo: La Polizia di Stato avvia un nuovo ciclo di lezioni.

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Studenti, uno su due non isola i bulli.

Studenti, uno su due non isola i bulli

La Polizia di Stato avvia un nuovo ciclo di lezioni. Il consiglio: «Riferire ai più grandi quel che succede a scuola»

«Ciò che manca, purtroppo, in molti casi, è la quasi totale assenza di empatia, di comprensione e di vicinanza rispetto a ciò che prova il proprio vicino di banco che magari è vittima di bulli. Circa 200 ragazzi del campione che abbiamo studiato grazie al lavoro dell'osservatorio, non provano niente di particolare nei confronti di chi patisce numerose e persistenti vessazioni, e circa la metà di quei 200 ragazzi ritiene divertente molestare i propri compagni». A nove anni dalla nascita dell'Osservatorio sul bullismo che la Polizia di Stato ha voluto con tanta tenacia e convinzione, e dopo una marea di scuole visitate e studenti incontrati nel corso delle lezioni anti-bulli, il Vice Questore Aggiunto Fabrizio Mustaro non lo nasconde che nonostante tanti sforzi, su quel fronte c'è ancora molta strada da fare e non bisogna mollare la presa.

La nuova frontiera all'interno della quale avvengono gli episodi di violenza e le angherie, ovvero gli smartphone e i social network come Facebook, infatti, richiede, soprattutto da parte degli adulti meno pratici, un continuo aggiornamento e uno sforzo sempre crescente per stare al passo delle nuove tecnologie. Altrimenti, come spiegano gli esperti, si rischia di abbandonare i propri figli in un oceano di contatti dove non mancano la violenza e le angherie ma i più piccoli non sanno come farvi fronte.

Ed è proprio per questo che la questura di Nuoro, in questi giorni, ha ripreso un percorso inaugurato ormai nove anni fa, con la nascita dell'osservatorio territoriale sul bullismo e di una squadra affiatata di esperti dove spicca il sociologo Gianfranco Oppo. Ieri mattina, nella scuola media di via Aosta, c'è stato solo l'ultimo incontro, in ordine temporale, di un ciclo piuttosto nutrito di incontri con gli studenti.

Durante la lezione, il dirigente della squadra mobile della questura, Fabrizio Mustaro, ha ripercorso, punto per punto, i temi caldi legati al bullismo. E come premessa, ha fornito un dato piuttosto eloquente: le segnalazioni per gli episodi di bullismo, a Nuoro città ma anche nel resto della provincia, sono in continuo aumento. Per questo, ha spiegato il vicequestore, assume un ruolo molto importante il testimone, chi assiste alle aggressioni, ma non sempre, purtroppo, riferisce agli adulti cosa ha visto. «Bisogna parlare con gli adulti - ha ripetuto, più volte, il dirigente davanti agli studenti della scuola di via Aosta - bisogna riferire alle persone più grandi cosa accade a scuola, soprattutto se è accaduto qualcosa di spiacevole a qualche compagnetto».

Il funzionario della Polizia ha anche ricordato che è necessario «intervenire sul fenomeno con programmi di prevenzione che riguardano l'intera scuola, e non pensare solo a intervenire sui casi singoli. È necessario coinvolgere sempre più le famiglie, perché la loro collaborazione è preziosa».

Ma soprattutto, ha precisato ancora Mustaro, «è inutile intervenire sui bulli applicando punizioni esemplari, se queste non sono accompagnate da interventi preventivi e di contenimento del fenomeno».

Per la questura, insomma, più che sulla repressione, bisogna puntare con più forza alla prevenzione del fenomeno-bulli.

L'incontro a scuola si è chiuso come sempre con tante domande poste dai ragazzi alla polizia, in particolare sull'utilizzo di internet e di smartphone e sul diritto/dovere dei genitori di controllarli.

"Gli incontri nelle scuole continueranno nei prossimi mesi perché - spiega il Questore Paolo Fassari - quella nelle scuole è la migliore prevenzione possibile per tenere sotto controllo fenomeni complessi che riguardano i giovani e la nostra società e comportamenti devianti quali quelli riferibili al bullismo".

Dal quotidiano "La Nuova Sardegna" del 4 febbraio 2016.


09/02/2016
(modificato il 10/02/2016)

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