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Osservatorio sul bullismo Primo in Italia, nasce a Nuoro su iniziativa della Questura.

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poster bullismo

Lotta al bullismo, pionieri in divisa.

NUORO. Martedì 20 marzo 2007, ore 12:10, il primo Osservatorio territoriale sul bullismo è una realtà. Nella sala riunioni della questura di Nuoro ieri mattina si è siglata la nascita del nuovo organismo che promuoverà coordinerà tutte le possibili iniziative ed attività volte a contrastare il fenomeno del bullismo nelle scuole e negli altri contesti di socializzazione di bambini e adolescenti. Primo a livello nazionale, l'Otb nasce con l'adesione di diversi organi (Questura, Provincia, Comune, Centro giustizia minorile della Sardegna, Ufficio scolastico provinciale, Asl 3 e Cooperativa Lariso), che insieme vanno a creare il comitato dell'osservatorio. «Non immaginavamo di riuscire a percorrere così tanta strada - ha sottolineato orgoglioso il questore di Nuoro, Antonello Pagliei - invece in meno di due anni siamo riusciti a distribuire 70 mila opuscoli sull'argomento ed entrare in contatto con 6 mila studenti. Molte altre questure ci hanno chiesto la possibilità di utilizzare copia del nostro lavoro per affrontare nelle proprie realtà un fenomeno per troppo tempo sottovalutato. Siamo fieri infatti di essere riusciti a far sentire il bullismo come problema presente in tutte le scuole. Disagio che va studiato e affrontato con attività di prevenzione anziché di repressione». Un fenomeno sociale tipico delle classi scolastiche, in cui, il più delle volte, uno o più adolescenti perseguitano sistematicamente, con diverse pratiche, un ragazzo più debole. Gli studi sul fenomeno si concentrano quasi esclusivamente sull'ambiente scolastico anche se si sta cercando di ampliare il concetto stesso del termine riferendolo al teppismo e al vandalismo da parte degli studenti. Il termine italiano è un calco dell'inglese bullying. In Scandinavia, dove hanno avuto inizio le primissime ricerche sul fenomeno, si usa il termine mobbing. Tuttavia, sia nel mondo anglosassone che in Italia, con mobbing ci si riferisce unicamente ai fenomeni di prevaricazione interni all'ambiente di lavoro. Il mobbing sarebbe dunque il bullismo che avviene tra gli adulti, e il bullismo, il mobbing che avviene tra i minori. L'atto formale di nascita dell'Osservatorio è stato siglato con la partecipazione e soprattutto la consapevolezza dell'importanza dell'evento da parte di tutti i partner che lo costituiscono. Peppino Capelli, direttore sanitario della Asl 3, ha voluto sottovalutare quanto serio sia il problema e quale dimensione ha raggiunto nel corso degli anni. «Un fenomeno in crescita - ha aggiunto - che va ridimensionato con un'attenta e mirata attività preveniva». La nascita di queste sinergie farebbe ben sperare in un blocco del fenomeno che negli ultimi anni, solo nella provincia di Nuoro, ha visto un adolescente su tre vittima del bullismo. «Salgono pure i dati del bullismo femminile - ha detto Pino d'Antonio, presidente della Lariso, - presenti seppur in maniera sottile insieme a quelle manifestazioni di piccole sopraffazioni, campanello d'allarme per il contesto in cui si verificano». Perchè, com'è stato sottolineato più volte nel corso dell'incontro, i cosiddetti bulli sono a un passo dall'entrata nel circuito penale. «Perciò, se finora si è riusciti a limitare il numero dei minori reclusi (a livello nazionale sono 403 e in Sardegna 13) - ha detto Sandro Marilotti, direttore del Centro giustizia minorile - non resta che attivarci ulteriormente per dare una mano nell'attività di prevenzione». Attività accolta a pieni voti in tutte le scuole della Sardegna, non solo da parte del corpo docente ma degli stessi alunni che hanno dimostrato tutto il loro interesse negli incontri che si sono svolti con gli ideatori del progetto. «Avete anticipato di un anno la direttiva del ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni - si è rivolta al questore e al capo di gabinetto, Fabrizio Mustaro, Maria Bonaria Sini, rappresentante dell'ufficio scolastico provinciale - con la quale s'intende aiutare i docenti e gli stessi ragazzi ad affrontare un così grave problema. È già attivo un sito del Ministero: www.smontailbullo.it dove c'è un numero verde al quale chiamare in caso di necessità 800669696». Un modo diverso, dunque, per dare una risposta più adeguata ai problemi della società e a quei giovani che, vittime o carnefici, si trovano all'interno di un meccanismo fatto di violenza e sopraffazione ingiustificata. «Un percorso che dovrà coinvolgere le famiglie - ha aggiunto Graziano Pintori, assessore ai Servizi sociali del Comune - partendo proprio dalla scuola. Bisognerebbe sensibilizzare i genitori dei nuclei familiari "normali" per cercare un coinvolgimento di quelli con "problemi"». Tutti d'accordo e pronti a rimboccarsi le maniche per far partire immediatamente l'Osservatorio che - come ha specificato Mustaro, coordinatore dell'Otb - «vuole essere un punto di riferimento per il territorio per il territorio in grado di fornire servizi di ricerca, consulenza, informazione e formazione a chiunque sia interessato a fronteggiare il fenomeno in modo corretto e con responsabilità, trasparenza, professionalità ed efficacia di risultati». di K. Sanna - giornalista de "La Nuova Sardegna" Nel file.zip il protocollo d'intesa e dell'opuscolo di presentazione.


06/12/2007
(modificato il 07/01/2016)

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