Affido alla carta stampata queste brevi considerazioni in quanto il mondo dei social non mi appartiene.
L’autrice del post in poche righe è riuscita a ferirmi profondamente tre volte. Una prima volta in qualità di Questore della Provincia di Novara che quotidianamente opera affianco dell’Arma dei Carabinieri, a cui mi lega un senso di profonda comunanza e rispetto. Secondariamente in qualità di donna, in quanto speravo che l’animo e la sensibilità femminile, in qualche modo, ci mettessero al riparo da certi scellerati pensieri e, da ultimo, in qualità di madre, perché ritengo che, quantomeno in questa precisa circostanza, la Signora abbia fornito al figlio un pessimo esempio.
Le scuse sono certamente un atto apprezzabile, ma talvolta sono tardive e quasi mai riescono a cancellare l’amarezza suscitata.
Resto inoltre molto perplessa anche in relazione al contenuto del secondo post della donna che, in qualità di insegnante, avrebbe ben dovuto prevedere le reazioni e non, come riferito da lei stessa, “non essere in grado di spiegarsele”.
Un pensiero particolare quindi rivolgo alla mamma e alla moglie del Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega, alle quali spero venga almeno risparmiata la lettura dello sconcertante contenuto del post.
Rosanna Lavezzaro