“Questo non è amore…” è l’iniziativa che la Polizia di Stato, già da un anno, ha promulgato in tutta Italia, grazie anche all’utilizzo di camper mobili che hanno stazionato nelle varie piazze cittadine, per essere vicino alle donne, affinché, non siano più vittime di violenza, soprattutto tra le quattro mura.
In alcune donne, purtroppo, è ancora diffusa la falsa convinzione di poter cambiare un uomo che manifesti, fin da subito, degli atteggiamenti violenti.
Spesso, si tenta anche di giustificare quei comportamenti con un sentimento molto profondo che, però, è ben lontano dall’amore.
E’ il caso di una 30enne, madre di due bambini, di età compresa tra un anno e mezzo e due anni e mezzo, sposata da 5 anni con un coetaneo.
La donna, pur avendo osservato nel suo compagno dei comportamenti autoritari, prepotenti ed aggressivi aveva deciso comunque di sposarlo, nell’illusione che l’uomo, dopo il matrimonio, sarebbe cambiato.
Purtroppo, così non è stato…il marito da tempo, pure in presenza dei due bambini, non esitava a litigare con lei molto animatamente, maltrattandola.
Dagli inizi del mese di febbraio, dopo essersi confidata con la madre, nonché con la suocera e la cognata e, benché fosse stata consigliata di denunciare i maltrattamenti che era costretta a subire, ha preferito trasferirsi con i figli presso l’abitazione paterna.
Il suo unico scopo era quello di separarsi dal marito violento, pur non avendo il coraggio di denunciarlo.
L’uomo, per far visita ai bambini, ha continuato a vederla nell’abitazione dei suoceri e, ad ogni visita, tentava sempre un approccio per riallacciare il rapporto.
Il 30enne, quando ha visto che la decisione della moglie, circa la separazione, era inamovibile, ha iniziato a minacciarla, anche di morte.
Si era addirittura convinto che la donna potesse avere un altro uomo e, al fine di scoprire la verità, pretendeva ad ogni visita che faceva, di controllarle il telefonino, dopo essersi fatto dare anche le password di accesso ai vari account dei social network ove era registrata.
Ieri mattina, ha voluto incontrare la moglie sul lungomare di Castellammare, con il pretesto della consegna di un tablet che aveva dimenticato a casa.
I due, alla presenza dei due bambini, hanno iniziato a discutere animatamente, fino a quando l’uomo non le ha messo le mani alla gola nel tentativo di strangolarla.
La vittima è riuscita a far desistere il marito, ritornando alla casa paterna con i bambini, ove l’uomo nel pomeriggio si è ripresentato.
Quella visita pomeridiana, però, era finalizzata ad un’ulteriore aggressione dell’uomo nei confronti della moglie, ove la madre di quest’ultima, al fine di proteggere la figlia si è frapposta tra i due, venendo a sua volta colpita, tanto da perdere i sensi.
L’intervento provvidenziale degli agenti del Commissariato di P.S. “Castellammare di Stabia” ha scongiurato il peggio.
I poliziotti, con non poche difficoltà, sono riusciti a bloccare l’uomo che, incurante del loro arrivo, continuava a minacciare i familiari e gli stessi agenti, tanto da ingaggiare con loro una colluttazione, al termine della quale veniva ammanettato.
L’incubo della donna è finito quando gli agenti hanno aperto la porta della stanza ove si era rifugiata, mentre stringeva a sé i due figlioletti terribilmente spaventati.
La vittima, visibilmente scossa, dopo aver rischiato di morire strangolata per ben due volte nella stessa giornata, ha avuto il coraggio di denunciare ad un Ispettore donna del Commissariato di P.S. Castellammare di Stabia le violenze ed i maltrattamenti subiti nel corso degli anni.
I poliziotti hanno arrestato l’uomo perché responsabile di resistenza e lesioni a P.U., nonché perché responsabile di maltrattamenti in famiglia e verso i figli, di lesioni personali contro la moglie e la madre.
Processato con rito per direttissima, stamane, è stato condannato alla pena di 8 mesi di reclusione, beneficiando della sospensione, con divieto di avvicinamento alla moglie ed ai luoghi dalla stessa frequentati.