A seguito del provvedimento di divieto di transito di veicoli di massa a pieno carico superiore a 3,5 tonnellate sulla A/56 Tangenziale di Napoli nel tratto "Fuorigrotta/Corso Malta" in carreggiata Est e "Corso Malta/Capodimonte" in carreggiata Ovest, gli agenti della Sottosezione Autostradale della Polizia Stradale di Fuorigrotta e della Sezione della Polizia Stradale di Napoli, hanno intensificato i controlli sui mezzi pesanti. In precedenza, dal 22 ottobre 2019, era stata chiusa una delle tre corsie di marcia, in entrambe le direzioni tra le uscite di Corso Malta e Capodimonte con un divieto di transito per i veicoli superiori alle 7,5 tonnellate di peso, a causa dei lavori di manutenzione al viadotto di Capodichino.
In particolare, in quella data i poliziotti hanno fermato un mezzo pesante con una targa non conforme all'originale guidato da un 41enne residente ad Arzano (Na), dipendente di una società di trasporti del salernitano.
A seguito di indagini è emerso che per quella targa era stata presentata una denuncia di smarrimento dieci anni prima. Gli accertamenti svolti hanno permesso di appurare che la targa era falsa in quanto sprovvista degli ologrammi del Ministero dell'Economia e delle Finanze e del logo della Repubblica Italiana.
Il conducente è stato denunciato a piede libero per uso di atto falso, verosimilmente per risparmiare le spese di reimmatricolazione del mezzo. La targa è stata sottoposta a sequestro penale mentre all'autocarro applicata la sanzione accessoria del fermo amministrativo per tre mesi.
Inoltre nel corso di mirati controlli nel settore dell'autotrasporto, nella mattina del 30 novembre u.s. personale della Sezione Polizia Stradale di Napoli ha denunciato all'A.G. il titolare ed un autista di una società di trasporti di San Cipriano d'Aversa, per la manomissione del cronotachigrafo digitale installato a bordo di un veicolo commerciale in transito sulla SS 7 Quater all’altezza dello svincolo di Pozzuoli.Sono infatti sempre più numerose le segnalazioni che giungono alla Polizia Stradale relative al ricorso a tale illecito espediente posto in essere da titolari ed autisti di società di trasporto per eludere i controlli sui tempi di guida e di riposo, aumentando così i guadagni a discapito della sicurezza stradale ed in violazione alle regole sulla concorrenza rispetto ai più onesti imprenditori e lavoratori del settore.
In particolare, come nel caso in questione, appositi congegni elettronici vengono installati sui veicoli commerciali per interagire con il regolare funzionamento del cronotachigrafo digitale; l'attivazione avviene mediante un interruttore nascosto alla vista ma accessibile al conducente, che può così disattivarlo in caso di controlli, ed ha lo scopo di alterare i dati di registrazione del cronotachigrafo stesso, riportando dati non rispondenti alla realtà, solitamente diminuendo notevolmente la velocità registrata rispetto a quella reale di percorrenza, o addirittura facendo risultare un periodo di riposo dell'autista mentre lo stesso è invece intento alla guida.
Proprio quest'ultimo caso ha insospettito gli Agenti della Polizia Stradale i quali, durante un controllo su strada e nonostante l'autista fosse riuscito ad agire sull'interruttore per disattivare l'apparecchio prima di fermarsi all'alt, hanno analizzato i dati registrati dalla strumentazione di bordo verificando che l'autista stesso risultava in pausa mentre era invece alla guida dell'autocarro.
Da una attenta verifica eseguita da personale specializzato è stata accertata la presenza sul veicolo di un impianto elettronico, collegato tramite un complesso cablaggio alla strumentazione di bordo ed al sistema di trasmissione, che aveva la doppia funzione di inibire il limitatore di velocità ed alterare i dati registrati dal cronotachigrafo.