Questura di Monza e della Brianza

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Questura Monza e Brianza: la polizia di stato applica misura sorveglianza speciale disposta dal Tribunale di Milano nei confronti di 54enne monzese per ripetuti maltrattamenti ex moglie

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Volante della Polizia di Stato in centro a Monza

Il Tribunale di Milano, Sezione Autonoma Misure di Prevenzione, ha accolto la proposta avanzata nel gennaio scorso dal Questore della Provincia di Monza e Brianza, Marco Odorisio, ed ha disposto la Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza per la durata di un anno nei confronti di un cittadino italiano di 54 anni, monzese, responsabile di maltrattamenti nei confronti della ex moglie, provvedimento eseguito dagli agenti della Questura nella giornata di martedì 28 febbraio.

 

Il Collegio giudicante, ha ritenuto la pericolosità sociale dell’uomo concreta ed attuale e caratterizzata, in particolare nell’ultimo anno, da condotte indicative di una “spirale ossessivo persecutoria” che ha raggiunto la sua massima intensità con l’approssimarsi del divorzio con la moglie, cinquantaquattrenne italiana residente a Monza.

 

L’uomo, infatti, ha posto in essere in modo continuo e ossessivo insulti, intimidazioni e pedinamenti, costringendo finanche la donna a lasciare l’abitazione, a rinunziare alla propria vita sociale e a nascondersi per un periodo da un’amica. Tra i tanti episodi persecutori e vessatori evidenziati in sede di denuncia, la donna ha raccontato che, come appreso dai figli, l’ex marito aveva acquisito un GPS verosimilmente apposto sulla sua vettura, tanto che era riuscito a rintracciarla presso un locale ove era andata a ballare in compagnia di amiche senza che nessuno gli avesse riferito dove lei si trovasse, presentandosi sul posto, afferrandola violentemente per un braccio ed interrompendo la lezione con il maestro di ballo.

 

Particolarmente allarmante è risultato poi un episodio in cui i figli hanno avvisato la madre, che era uscita con delle amiche, di non far rientro a casa perché avevano visto il padre attenderla nell’atrio armato di bastone.

 

Le conseguenti indagini della Squadra Mobile della Questura di Monza - corroborate dalle testimonianze raccolte dai figli della coppia e dalle amiche, che hanno confermato le pregresse condotte maltrattanti e, soprattutto, i crescenti tentativi dell’uomo di isolare la moglie, impedendole di avere amici e frequentare altre persone - hanno portato nell’ottobre scorso il Gip del Tribunale di Monza, su richiesta della locale Procura della Repubblica, a disporre la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare, con divieto di dimora in Monza e monitoraggio tramite braccialetto elettronico.

 

Dopo pochi giorni, però, le Volanti della Questura sono state costrette ad intervenire in almeno due diverse occasioni in cui il sistema di monitoraggio dell’uomo l’ha segnalato nei pressi dell’abitazione dell’ex moglie, con conseguente aggravamento della misura cautelare da parte del GIP di Monza che ne ha disposto l’associazione in carcere, poi nuovamente attenuata in divieto di avvicinamento alla persona offesa.

 

Il recente epilogo è quindi quello con cui i Giudici della Prevenzione del Tribunale di Milano, a seguito dell’attività istruttoria proposta dalla Divisione Anticrimine della Questura di Monza, hanno ritenuto tuttora sussistente un elevato pericolo che l’uomo commetta ulteriori atti minatori o persecutori nei confronti della ex moglie e, al fine di assicurare un costante controllo del soggetto e garantire, attraverso idonee prescrizioni, l’incolumità fisica e psichica della persona offesa, di altri familiari e di terzi eventualmente coinvolti nelle sue dinamiche personali e relazionali, hanno disposto che resti in casa dalle 22.00 alle 7.00 e non si avvicini ad una distanza di almeno 200 metri dalla ex moglie, inibendogli altresì di frequentare i luoghi normalmente frequentati dalla stessa.


02/03/2023

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