Il 23 maggio scorso, nel giorno del 30° anniversario della strage di Capaci, dove persero la vita il magistrato Giovanni Falcone, la moglie magistrato Francesca Morvillo e tre agenti appartenenti alla Polizia di Stato Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani, in servizio di scorta, anche a Modena sono state ricordate le vittime delle stragi di mafia con una cerimonia presso la scuola secondaria di primo grado “Paoli” alla presenza delle massime autorità cittadine.
Commemorate anche le vittime della strage di via d’Amelio, in cui sono caduti il magistrato Paolo Borsellino e la sua scorta.
Protagonisti gli alunni delle classi terze che, dopo una mattinata di interventi e performance artistiche all’insegna della legalità, hanno piantumato una Talea dell’“Albero di Falcone”, sito davanti alla casa del magistrato a Palermo, donata dai Carabinieri Forestale e dalla Fondazione Falcone che, insieme alle altre piante presenti nelle scuole di tutta Italia, andrà a costituire il “Grande Bosco diffuso" della legalità.
Presente all’evento anche il Questore di Modena Silvia Burdese che ha voluto ricordare il valore, la dedizione e il coraggio, portati al sacrificio estremo, degli uomini e dalle donne della Polizia di Stato in servizio di scorta ai magistrati, partendo dalla giovane agente Emanuela Loi, la prima donna a rimanere uccisa in servizio, che il 19 luglio 1992, a soli 24 anni, insieme agli altri quattro colleghi della scorta, Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, e al giudice Paolo Borsellino, morì per mano di Cosa nostra nella strage di via D'Amelio.
La nipote di Emanuela Loi, che porta il suo nome, ha voluto proseguirne l’opera, e da circa due anni indossa la divisa della Polizia di Stato.
L’invito rivolto ai ragazzi dal Questore è a rimanere saldi nei principi, nella difesa della libertà, perché lotta alla mafia, qui e ora, vuol dire lotta all’ingiustizia, lotta al bullismo, alla sopraffazione, a scuola, in strada, in famiglia.