Questa mattina, nella splendida cornice della Cattedrale di Modena, alla presenza delle più alte cariche militari e civili, si sono svolte le celebrazioni di San Michele Arcangelo, Patrono della Polizia di Stato. Presenti anche le delegazioni delle A.N.P.S. di Modena e Sassuolo.
La Santa Messa è stata officiata dall’Arcivescovo di Modena e Nonantola, Mons. Erio Castellucci, unitamente al Cappellano della Polizia di Stato, Don Gabriele Semprebon.
Le celebrazioni sono state accompagnate dai canti gregoriani di un gruppo di coristi della Cappella Musicale del Duomo di Modena, diretti dal Maestro Daniele Bononcini.
San Michele Arcangelo viene celebrato dalla Chiesa il 29 settembre. Viene rappresentato come un combattente, con la spada o la lancia nella mano e sotto i suoi piedi il dragone, simbolo di satana, sconfitto in battaglia. Nel capitolo 12° del libro dell'Apocalisse del Nuovo Testamento, San Michele è presentato come avversario del demonio, vincitore dell'ultima battaglia contro satana e i suoi sostenitori.
Per i cristiani è considerato il più potente difensore del popolo di Dio, del bene contro il male.
È stato proclamato patrono e protettore della Polizia da Papa Pio XII nel 1949 a simboleggiare la lotta che il poliziotto combatte tutti i giorni, con abnegazione e senso del dovere, al servizio dei cittadini per l’ordine, l'incolumità delle persone e la difesa delle cose.
Al termine della funzione religiosa, il Questore di Modena Maurizio Agricola ha manifestato la propria gratitudine nei confronti delle donne e degli uomini della Polizia di Stato modenese per la dedizione, l’abnegazione e i sacrifici profusi, nonostante le grandi difficoltà quotidiane, per garantire legalità, sicurezza, soccorso e assistenza pubblica.
Ha sottolineato che mai come in quest’ultimo difficile periodo storico, la Polizia di Stato dell’intera provincia di Modena è riuscita ad incarnare questi valori comprendendo le necessità di una comunità impaurita, disorientata e vittima, ma salda nella volontà di ripresa, e a non venir meno ai propri doveri interpretando quel ruolo di terzietà che la qualifica, ma cercando di sviluppare l’empatia necessaria a comprendere e a prendersi cura della gente, tenendo in primaria considerazione le esigenze e i timori di chi a caro prezzo ha perso tutto in termini di lavoro, salute se non addirittura di vite umane.
Il Questore, nel suo discorso, ha ricordato anche i recenti successi alle Olimpiadi e Paralimpiadi degli atleti delle Fiamme Ore, anche loro portori di valori quali abnegazione, rinuncia, spirito di sacrificio e lealtà. Una menzione particolare ha espresso nei confronti del collega Alessandro Lambruschini, presente alla cerimonia, che alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996, conquistò la Medaglia di Bronzo nei 3000 m siepi, scrivendo una pagina indelebile della storia dello sport, portando alto il nome della nostra nazione e quello della Polizia di Stato.
Ha poi rivolto un pensiero di vicinanza ai parenti delle vittime del dovere e alla famiglia del l’Assistente Capo Fabio Terzilli, in forza al Commissariato di Carpi, che nel maggio scorso ha perso prematuramente la vita in un incidente stradale.