La Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, nella mattinata di mercoledì 28 giugno 2023, ha eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dai pubblici ministeri del VII Dipartimento nei confronti di due cittadini cileni di 36 e 31 anni, gravemente indiziati del reato di rapina commesso a Milano lo scorso 23 marzo ai danni di un noto commerciante di preziosi.
In tale circostanza l’uomo, in procinto di recarsi nei giorni successivi ad una fiera in Monaco di Baviera, aveva prelevato dal negozio del centro di Milano di cui è socio, circa 38 orologi di vari marchi e la relativa documentazione divisi in due distinte valige 24 ore, per portarli presso la propria abitazione. Giunto presso la propria residenza, mentre stava scaricando dall’auto le due valige, è stato aggredito alle spalle da due soggetti che lo colpivano violentemente sino a fargli perdere i sensi. Una volta destatosi si accorgeva dell’assenza delle due valige e contattava il 112 NUE.
Le indagini avviate nell’immediatezza dagli agenti della Squadra Mobile si sono concentrate sulle persone che, stando alle dichiarazioni della vittima, erano a conoscenza del viaggio e, soprattutto, dei preziosi che avrebbe portato son sé a Monaco di Baviera. Nello specifico sono stati svolti degli approfondimenti su due donne di origine cilena che, in qualità di collaboratrici dell’esercizio commerciale, avevano aiutato il commerciante a preparare le due valige.
Parallelamente, sono stati acquisiti numerosi filmati dai sistemi di videosorveglianza attivi nell’area limitrofa al luogo della rapina. L’attenzione degli investigatori è stata da subito catturata dalla presenza di tre soggetti dai tratti sudamericani. Il dato visivo è stato poi confermato da uno dei video, registrato da un’apparecchiatura in grado di rilevare anche l’audio, che ha ripreso i tre soggetti mentre discutevano fra loro in lingua spagnola. Tutti e tre, inoltre, per recarsi sul luogo della rapina e, successivamente, darsi alla fuga hanno utilizzato delle biciclette, dato che si sarebbe rivelato fondamentale nel prosieguo dell’attività investigativa.
L’attività di monitoraggio delle due donne si è rivelata la pista corretta per giungere all’identificazione degli odierni fermati: uno di loro (V.F.J. F., 31 enne), infatti, è risultato essere il partner di una delle due collaboratrici. Fra i contatti di V.F.J. F. è emerso un altro uomo, A.C.R.A., 36enne, pregiudicato per reati contro il patrimonio. La comparazione tra le immagini acquisite in occasione della rapina e la visione ictu oculi dei soggetti non ha potuto non rafforzare gli iniziali sospetti.
Gli accertamenti svolti sul più giovane dei due hanno, inoltre, fatto emergere a suo carico la pendenza di un mandato di arresto europeo emesso dall’Autorità Giudiziaria tedesca per il reato di furto in appartamento. Lo stesso è stato eseguito contestualmente al fermo di indiziato di delitto.
Per tale vicenda l’uomo era già stato ricercato in provincia di Latina nei giorni scorsi dove lo stesso si era verosimilmente recato per commettere altri illeciti penali.
Allarmato dalle ricerche svolte a suo carico, il 31 enne ha fatto immediatamente rientro a Milano e, d’intesa con l’altro fermato, si è determinato a lasciare temporaneamente il territorio italiano. In effetti, i due soggetti, insieme ad un terzo uomo cileno estraneo ai fatti per cui si procede, sono stati rintracciati sull’A4 direzione Venezia mentre, con tutta probabilità, si stavano recando alla frontiera. Tale dato è stato confermato dalla presenza nell’autovettura su cui viaggiavano di capienti valige. A quel punto sono state eseguite nei loro confronti delle perquisizioni personali e locali delegate dall’A.G. procedente, i cui esiti hanno permesso di individuare a carico di entrambi abbigliamento perfettamente compatibile con quello indossato il giorno della rapina e una delle biciclette utilizzate per gli spostamenti.