La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque rapinatori, tutti di origine palermitana, responsabili di 3 rapine consumate ed un tentativo di rapina commessi a Milano a istituti bancari “UBI Banca” tra i mesi di maggio e agosto 2019 e che hanno fruttato complessivamente 297.931 euro.
I rapinatori, tutti residenti a Palermo, sono stati raggiunti dall’ordinanza emessa il 22 maggio 2020 dal G.I.P. dr.ssa Sofia Luigia Fioretta, su richiesta della Procura della Repubblica di Milano, Procuratore Aggiunto dr.ssa Laura Pedio e Sostituto Procuratore dott.ssa Isabella Samek Lodovici.
Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Milano, con la collaborazione dell’omologo ufficio di Palermo, hanno consentito di ricostruire l’esistenza e operatività di un gruppo criminale dedito alla commissione seriale di rapine in banca, ricorrendo a un modus operandi collaudato e sistematico, per opera dei cosiddetti “trasfertisti” che, a geometria variabile, sono risultati coinvolti nei singoli episodi.
Le numerose intercettazioni telefoniche e ambientali nelle autovetture nella disponibilità degli indagati, i servizi di osservazione e pedinamento, l’analisi dei tabulati telefonici e i riscontri, culminati nell’individuazione del “covo” in un appartamento di Rozzano (MI), dove venivano ospitati i vari componenti della banda che rimanevano a Milano il tempo utile per la ultima pianificazione e realizzazione di ogni singolo colpo, hanno permesso, nel loro insieme, di ricostruire il ruolo rivestito da ciascuno di essi nel corso di ogni rapina.
Ogni rapina perpetrata è stata commessa utilizzando dei taglierini per minacciare i dipendenti e i clienti che venivano bloccati in attesa dell’apertura temporizzata dei “caveau”, permanendo all’interno degli istituti bancari fino a 50 minuti; nel corso della rapina in via Washington del 7 agosto 2019 i rapinatori hanno utilizzato delle fascette da elettricista per bloccare le persone all’interno della banca e, in più occasioni, hanno fatto ricorso al mastice “Attack” per coprire i polpastrelli delle dita e non lasciare le loro impronte digitali.
G.A., nato a Palermo nel ‘76, “il pianificatore, esecutore e palo”, domiciliato a Rozzano (MI), sfruttava la sua conoscenza del territorio per studiare i vari istituti bancari e designava gli obbiettivi “da colpire”; aveva affittato un appartamento in cui viveva e che usava come “covo” per ospitare in maniera “riservata” ogni rapinatore “trasfertista” che veniva assoldato per compiere le singole rapine. Durante l’esecuzione dei “colpi” utilizzava un’auto per portare i rapinatori sugli obiettivi, fungendo da “palo”. Nel corso dell’indagine è emerso che G.A. avrebbe voluto prendere parte ad una rapina “attivamente” entrando lui stesso in banca, circostanza di fatto accaduta quando, l’8 ottobre 2019, viene tratto in arresto in flagranza di reato durante un tentativo di rapina alla filiale Ubi Banca di Busto Arsizio (VA).
M.L., nato a Palermo nel ‘75, “l’esperto rapinatore”, aveva messo a disposizione del gruppo criminale la sua esperienza di rapinatore di banche; utilizzando dei documenti di identità falsi, per rendere invisibili i suoi spostamenti sul T.N., raggiungeva il capoluogo milanese quando erano stati designati gli obiettivi da colpire. Prima di ogni colpo, eseguiva lui stesso gli ultimi sopralluoghi in cui studiare in ogni minimo particolare la rapina.
G.I. nato a Palermo nel ‘77, “il complice fidato”, ogni qualvolta era stata designata una banca da rapinare veniva assoldato da M.L. come compagno affidabile: nelle due rapine perpetrate a Milano in via Friuli e via Washington a luglio 2019, infatti, hanno agito insieme.
S.M., classe ’69 e V.LC. classe ’75, entrambi di Palermo, sono stati assoldati direttamente da G.A. per compiere una rapina “fotocopia” alla UBI Banca di via Washington il 7 agosto 2019 utilizzando delle fascette da elettricista per bloccare i dipendenti; sempre loro avevano tentato una rapina alla Ubi Banca di via Friuli il giorno precedente.