La Digos - Sezione Antiterrorismo Internazionale - della Questura di Milano, il 22 giugno u.s., ha individuato e fermato l’uomo che lo scorso 22 aprile, con l’utilizzo di un liquido infiammabile, aveva dato fuoco al cancello d’ingresso dello stabile che ospita il Consolato Generale di Tunisia a Milano.
L’uomo, un cittadino tunisino nato nel 1985, dopo aver dato fuoco al portone d’ingresso del Consolato era fuggito, lasciando sul posto una bottiglia di plastica contenente il liquido infiammabile usato per appiccare le fiamme. Lo scorso 19 giugno, l’uomo è tornato nuovamente nell’ufficio diplomatico per lasciare una lettera dal contenuto minatorio, nella quale chiedeva alle autorità del suo paese di rispondere ad alcune domande di carattere personale, minacciando in caso contrario di incendiare non solo il portone d’ingresso ma tutto l’edificio consolare.
Per individuare l’uomo, che viveva in città senza una fissa dimora, sono stati predisposti specifici servizi che hanno consentito nella mattinata di venerdì scorso di localizzarlo mentre si avvicinava ancora una volta all’edificio del Consolato tunisino. La comparazione delle impronte digitali dell’uomo con quelle rilevate, dagli agenti della Polizia Scientifica della Questura di Milano, sulla bottiglia utilizzata per cospargere il portone del Consolato con il liquido infiammabile confermando che si tratta della medesima persona, ragione per la quale è stato indagato a piede libero per il reato di incendio doloso, minacce aggravate e porto di armi.
L’attività svolta ha consentito di escludere la matrice terroristica e l’appartenenza dell’uomo a gruppi o organizzazioni criminali. Dagli accertamenti effettuati è emerso che il cittadino tunisino aveva presentato in Francia una domanda di protezione internazionale, ragione per la quale nella serata del 22 giugno l’uomo è stato imbarcato sul volo Milano – Parigi e respinto dal territorio nazionale.