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Milano, 25 Novembre 2018 il Camper della Polizia di Stato contro la violenza di genere

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Camper Polizia a San Babila

E' partita da Verona una serie di manifestazioni, che hanno coinvolto e coinvolgeranno tutte le province d'Italia, legate alla campagna della Polizia di Stato "Questo 
non è amore", frutto della strategia della Direzione Centrale Anticrimine in materia di contrasto alla violenza contro le donne in 
vista anche della Giornata internazionale che si celebra oggi 25 novembre in tutto il mondo.

Nell'occasione, alla presenza del Capo della Polizia Franco Gabrielli, è stata presentata la seconda edizione della pubblicazione che porta il nome della campagna e 
che fa il punto sui dati in materia di violenza di genere in possesso delle Forze di Polizia, sugli strumenti a disposizione delle donne per difendersi, sulle 
iniziative d'informazione e sulla strategia della Polizia di Stato, con una serie di vignette che stigmatizzano comportamenti maschili ricorrenti nelle storie di 
violenza, come quello di giustificare nel nome dell'amore egoismo, possessività e maltrattamenti o di chiedere il fatidico ultimo appuntamento ad una donna che decide 
di chiudere una relazione.

Sotto il profilo dei dati, si registra per i primi nove mesi del 2018 un trend di diminuzione degli omicidi volontari del 19% (da 286 a 231 morti) che conferma un 
andamento già registrato negli ultimi 10 anni: ma, anche in questo arco temporale, se gli uomini vittime di omicidio volontario diminuiscono del 28%, il numero delle 
donne uccise cala solo di 3 unità (da 97 a 94 casi).

In questo quadro, il femminicidio (termine non giuridico, ma di uso comune) è una sottocategoria in cui rientrano solo i casi di uccisione di una donna da parte di un 
uomo proprio in quanto donna, come atto estremo di prevaricazione e superiorità. 

Comunemente si pensa che il femminicidio sia l'omicidio avvenuto in ambito familiare o affettivo e, infatti, il 78% delle uccisioni di donne avvengono tra le mura 
domestiche. 

Non tutti gli omicidi di donne in ambito familiare o affettivo sono, però, da considerare femminicidi, nel senso di uccisioni di donne in ragione del proprio genere. 
Dei 94 omicidi di donne dei primi nove mesi del 2018, 73 si sono verificati in ambito familiare, ma l'esame puntuale di tutte le drammatiche dinamiche che hanno 
condotto all'uccisione evidenzia che solo in 32 casi si possa propriamente parlare di femminicidio, dovendosi escludere i casi in cui, ad esempio, il marito uccide la 
moglie malata terminale per porre fine alla sua sofferenza, il fratello ammazza la sorella per motivi economici o il nipote uccide la nonna per l'eredità. Sono stati 
analizzati anche quei casi in cui il femminicidio ha provocato altre vittime innocenti, come il caso in cui il marito uccide la moglie, ma poi non si ferma e ammazza 
anche i figli.

La lettura dell'andamento dei reati spia (maltrattamenti in famiglia, stalking, percosse, violenze sessuali) nel quadriennio 2014-2017 e nei primi 8 mesi del 2018 - 
rispetto allo stesso periodo dell anno scorso - si mostra complessivamente in flessione con un sensibile aumento dell'azione di contrasto (misurata in termine di 
denunce e arresti).
Più in particolare:

- Atti persecutori: 8.414 sono i casi di stalking nel periodo gennaio/agosto 2018, a fronte di 9.905 nello stesso periodo del 2017 (-15,05%); l'azione di 
contrasto svolta dalle forze di polizia ha portato alla segnalazione all'Autorità Giudiziaria di 9.351 presunti autori di reato nel periodo del 2018, a fronte di 8.949 
dello stesso periodo del 2017 (+4,49%);

Il numero di soggetti ammoniti per stalking registra un aumento del +23% nel periodo esaminato (passando da 672 a 827 individui). 

Nello stesso periodo, solo il 19% dei soggetti già ammoniti per stalking si rendono di nuovi autori dello stesso delitto e la bassa percentuale di recidiva dimostra l 
effetto positivo del provvedimento.

- Maltrattamenti in famiglia: 10.204 nel periodo gennaio/agosto 2018, a fronte di 10.682 nello stesso periodo del 2017 ( -4,47%); nello stesso periodo, l'azione 
di contrasto svolta dalle forze di polizia ha portato alla segnalazione all autorità giudiziaria di 11.801 presunti autori di tale reato, a fronte di 10.644 nello 
stesso periodo del 2017 (+10,87%);

Il numero di soggetti ammoniti per violenza domestica registra un aumento del +31,5% nel periodo gennaio/agosto 2018 rispetto allo stesso periodo del 2017 (passando da 
409 a 538 individui). 

Nello stesso periodo, solo il 17% dei soggetti già ammoniti per maltrattamenti in famiglia si rendono di nuovo autori dello stesso delitto e la bassa percentuale di 
recidiva dimostra l'effetto deterrente del provvedimento.

- Violenze sessuali: 2.977 nel periodo gennaio/agosto 2018, a fronte di 3.189 nello stesso periodo del 2017 (-6,65%); l'azione di contrasto svolta dalle Forze di 
Polizia ha portato alla segnalazione all'Autorità Giudiziaria di 3.217 presunti autori di reato nel periodo gennaio/agosto 2018, a fronte di 3.011 nello stesso 
periodo del 2017 (+6,84%);

- Percosse: 8.718 nel periodo gennaio/agosto 2018, a fronte di 9.823 nello stesso periodo del 2017 (-11,25%); l'azione di contrasto svolta dalle Forze di Polizia 
ha portato alla segnalazione all'Autorità Giudiziaria di 6.346 presunti autori di reato nel periodo gennaio/agosto 2018, a fronte di 6.545 nello stesso periodo del 
2017 (-3,04%).

Il numero complessivo dei delitti spia con vittime di sesso femminile è stato anche rapportato alla popolazione femminile censita per singola area geografica. Ne è 
emerso una incidenza del fenomeno che attraversa tutta la Penisola, con un quadro forse diverso da quello che si prospetta in genere l'immaginario collettivo, dove la 
Sicilia è la regione in cui le donne denunciano di più, seguita dalla Campania e dall' Emilia Romagna. 

Con riferimento, invece, alla cittadinanza dei presunti autori di reato, in media il 27% sono stranieri ma la percentuale sale al 34% se si considerano i soli presunti 
autori minorenni.

Da un punto di vista strettamente operativo e di prevenzione, dal gennaio del 2017 è stato adottato dalle Questure di tutte le province il protocollo E.V.A. (Esame 
delle Violenze Agite), uno strumento che codifica le modalità di intervento nei casi di liti in famiglia e consente di inserire nella banca dati delle Forze di Polizia 
(SDI) - indipendentemente dalla proposizione di una denuncia o querela - una serie di informazioni utili a ricostruire tutti gli episodi di violenza domestica che 
hanno coinvolto un nucleo familiare. Il protocollo E.V.A. ha consentito finora di gestire ed analizzare oltre 9.000 segnalazioni, portando in 159 casi all'arresto in
flagranza, in 261 casi alla denuncia e in 81 all'allontanamento dalla casa familiare.

Una donna che è vittima di violenza fisica, psicologica, economica, sociale, proprio perché prevaricata in quanto donna e privata di libertà ed autonomia, si sente 
sola, è rassegnata, prova vergogna, ha paura di ritorsioni per sé stessa e i propri figli, si crede colpevole, teme di non essere creduta. Il poliziotto a cui chiede 
aiuto deve sapere rispondere a questo dolore, consapevole che il più delle volte l'aggressore è una persona a cui la donna è legata da vincoli affettivi che 
determinano una condizione di grave stress emotivo e psicologico. Non basta applicare la legge, è necessario assicurare alla donna l'accoglienza, informazioni e 
sostegno necessari ad uscire dalla condizione di soggezione ed isolamento che sta vivendo. Nelle parole del Capo della Polizia, Prefetto Franco Gabrielli, tutta la 
strategia della Polizia di Stato a tutela delle donne, con prassi operative che vogliono informare, garantire la centralità della vittima, ascoltare e proteggere, 
farsi carico del dolore e fare rete con i soggetti pubblici e privati impegnati sul territorio. 


La Questura di Milano, aderendo al progetto attuato e coordinato a Milano dal Dirigente della Divisione Anticrimine della Questura, è presente con il Camper ed un 
gazebo per la distribuzione di materiale informativo oggi 25 novembre 2018 in Piazza San Babila nei pressi del civico 3 dalle ore 08:00 alle ore 14:00.

Sono presenti i poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Milano, a fini divulgativi delle problematiche in argomento, di personale della III Sezione 
della Squadra Mobile, di un funzionario psicologo e medico o personale infermiere dell'Ufficio Sanitario Provinciale e di personale del centro SVSeD Mangiagalli.

In tale occasione è distribuito dagli agenti l'opuscolo "Questo non è Amore", predisposto dalla Direzione Centrale Anticrimine e stampato dal Poligrafico e Zecca 
dello Stato, sull'attività di repressione ai reati di maltrattamento, stalking, violenza sessuale ed omicidio nonché sull'attività di prevenzione promossa dalla 
Polizia di Stato attraverso gli strumenti dell'informazione, dell'educazione e dell'ascolto.

Sul territorio di Milano l'operato quotidiano dell Ufficio Stalking, Maltrattamenti e Minori della Divisione Anticrimine della Questura di Milano è evidente sia dal 
punto di vista della prevenzione degli episodi di violenza (sono stati emessi nell anno 2018 ben 86 Ammonimenti del Questore di Milano per atti persecutori) che di quello della 
repressione; entrambi gli ambiti necessitano il costante contatto con le vittime a rischio, alle quali viene sempre garantita la vicinanza degli operatori in tutte le 
delicate fasi del procedimento. 

Da Gennaio a Settembre 2018, a confronto con lo stesso periodo dell'anno 2017, nella provincia di Milano (e Monza Brianza) il delitto di atti persecutori (art. 612 bis 
codice penale) ha avuto una contrazione del -11%, passando dai 703 casi del primo periodo ai 626 del secondo. 

Nel 2017, l'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Milano, ha attivato 1583 moduli del Protocollo E.V.A., di cui per 101 casi è stato 
disposto l'arresto, ed altri 115 soggetti sono stati indagati in stato di libertà. I dati dell'anno corrente 2018 alla data del 25.11.2018, registrano 1255 moduli 
E.V.A. attivati, con 75 arresti e 62 denunciati in stato di libertà.


25/11/2018

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