La Polizia di Stato ha eseguito questa mattina un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale ordinario di Milano, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 23 cittadini italiani.
I destinatari dell’ordinanza sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico ed allo smercio al dettaglio di stupefacenti, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, ricettazione, riciclaggio, intestazione fittizia di beni e cognizione illecita di conversazioni, per aver costituito due gruppi criminali che, dal 2013 ed almeno fino al marzo 2017, hanno gestito le “piazze di spaccio” dei quartieri Comasina e Bruzzano di Milano.
I promotori dei sodalizi criminali si avvalevano degli illeciti servigi di un Sovrintendente Capo della Polizia di Stato, in passato in forza al Commissariato “Comasina” di Milano, anch’egli destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, che - ricevendo in cambio sostanza stupefacente che a sua volta spacciava, nonché denaro ed utilità materiali di vario genere - garantiva opportune informazioni ed adeguata copertura da parte di tre colleghi compiacenti del Commissariato, oggetto oggi di perquisizioni delegate dall’Autorità Giudiziaria.
Le indagini, nate dalle segnalazioni di due poliziotti in servizio presso il citato Commissariato che avevano colto la “vicinanza” di alcuni colleghi a pregiudicati della zona, ed in particolare al pregiudicato Laurence ROSSI, arrestato dalla Squadra Mobile di Milano per traffico di stupefacenti nel 2017, costituiscono il punto di arrivo di differenti filoni di indagine che hanno trovato un forte e definitivo punto di contatto nella successiva scelta del ROSSI di collaborare con la giustizia.
Costui inizialmente ha rivestito la funzione di fornitore di cocaina dei due gruppi criminali: quello di Comasina diretto da suo cognato SACCOMANO Luca e quello di Bruzzano gestito dal pregiudicato SCIROCCO Cristofer, nipote del noto Pepè FLACHI; ROSSI è successivamente entrato a far parte in maniera organica del sodalizio del cognato, partecipando agli utili delle vendite dello stupefacente, occupandosi del mantenimento in carcere degli altri associati e reinvestendo i profitti delittuosi anche per mezzo di due imprenditori compiacenti e tramite la costituzione di una società immobiliare alla quale venivano fittiziamente intestati gli immobili a lui riconducibili. Infine, d’accordo con SACCOMANO, nell’estate del 2015 ha “venduto” la piazza al prezzo di 200.000 euro ad altri pregiudicati della zona che prima svolgevano la funzione di semplici partecipi dell’organizzazione.
Numerosi sono stati gli atti intimidatori posti in essere nel frattempo nei confronti dei poliziotti della Squadra investigativa del Commissariato Comasina, tra gli altri anche il lancio di un ordigno rudimentale all’interno del cortile dello stabile dell’Ufficio, l’incendio dell’autovettura di uno degli operatori da cui erano partite le indagini e la comparsa di minacce di morte sui muri di piazza Gasparri. Nonostante ciò, gli agenti hanno continuato con notevole difficoltà la propria attività sul territorio arrestando in flagranza numerosi spacciatori, alcuni dei quali oggi destinatari del provvedimento cautelare.