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Il lavoro di indagine della Polizia permette di incastrare ladro “pendolare”

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Calabrese pregiudicato in trasferta a Messina riesce a trafugare borse e portafogli di impiegati pubblici e bancari

Ieri pomeriggio, gli agenti delle Volanti hanno proceduto alla notifica dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di un quarantenne nato a Reggio Calabria, in atto detenuto presso la Casa Circondariale di Vibo Valentia.

La misura restrittiva rappresenta l'epilogo di una complessa e laboriosa indagine, svolta dall' U.P.G.eS.P., scaturita dalla constatazione di una serie di furti di portafogli commessi, nei mesi di maggio, giugno e luglio scorsi, all'interno di Istituti di Credito cittadini e presso uffici pubblici.

Il crescente numero di denunce presentate da impiegati bancari e pubblici, le modalità con cui i colpi venivano messi a segno e lo spazio esiguo di tempo tra un furto e l'altro hanno messo i poliziotti delle Volanti sulle tracce del reo.

L'acquisizione delle immagini dei sistemi di video sorveglianza hanno stretto il cerchio attorno la figura del quarantenne pluripregiudicato per reati contro il patrimonio: la presenza dell'uomo si ripeteva costante nelle giornate in cui borse, portafogli e denaro venivano trafugati.

Il canovaccio prevedeva visite all'interno degli uffici di circa 20 minuti durante i quali il ladro si aggirava senza mai eseguire alcuna operazione, pur tuttavia riuscendo, con evidente abilità, a cogliere il momento propizio in cui il dipendente si allontanava e a consumare rapidamente il furto.

A volte si trattava della borsa o di un borsello lasciati a vista, in altre occasioni l'oggetto era custodito all'interno di armadietti. Il ladro non disdegnava tasche di giacche o altre indumenti appesi su attaccapanni. Se il portafogli conteneva carte bancomat o postepay, ne approfittava effettuando prelievi.

La rapidità con cui il reo agiva faceva sì che spesso le vittime si accorgessero solo molto tempo dopo del furto subito. In un caso, il dipendente di banca derubato era stato avvisato del furto da un amico impiegato presso un ente pubblico che aveva rinvenuto il portafogli sottratto nei bagni del proprio ufficio.

Gli accertamenti esperiti al sistema informatico interforze e le informazioni acquisite dai centri limitrofi e oltre Stretto hanno confermato le responsabilità dell'uomo e permesso la ricostruzione di altri furti commessi con le stesse modalità.

Il ladro, che con regolarità, contando sul fatto di non essere conosciuto a Messina, tutte le mattine si imbarcava da Reggio Calabria e continuava a delinquere impunemente, è stato individuato e costretto a rispondere di quanto commesso.


22/08/2013

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