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OPERAZIONE ANTIMAFIA “GOTHA V” BIS

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Otto gli arresti eseguiti

Un'importante operazione quella di oggi, condotta da Polizia di Stato e Carabinieri, che ha portato all'arresto di 8 soggetti per estorsione, porto e detenzione illegale di armi, reati aggravati per essere stati commessi avvalendosi della condizioni di cui all'art. 416 bis ed al fine di agevolare l'attività dell'associazione mafiosa denominata "famiglia barcellonese", nonché per essersi resi promotori di una organizzazione, operante nella zona di Barcellona P.G. e paesi limitrofi, dedita alla detenzione ed alla cessione di sostanze stupefacenti.

Agli arrestati, tutti attualmente detenuti essendo stati arrestati di recente nell'ambito dell'operazione "GOTHA V", alcuni anche per associazione mafiosa, il provvedimento è stato notificato nei luoghi di detenzione (Palermo, Messina, Caltanissetta e Siracusa).

I provvedimenti scaturiscono da una complessa attività investigativa, avviata nel 2013, sul conto del sodalizio mafioso riconducibile a Cosa Nostra siciliana denominato "dei barcellonesi", operante sul versante tirrenico della Provincia di Messina e della sua storica diramazione territoriale cd. "dei mazzarroti" (di cui gli arrestati sono espressione ed in nome della quale agivano) e rappresentano la prosecuzione dell'operazione antimafia denominata "GOTHA V", che ha individuato e colpito i nuovi assetti del sodalizio criminale, ponendosi in linea di continuità con le precedenti.

Le condotte delittuose individuate - estorsioni e spaccio di stupefacenti - hanno permesso all'organizzazione di "fare cassa" e "sostenere" le famiglie dei detenuti.

Le indagini sono basate in prevalenza sulle attività di intercettazione telefonica ed ambientale e sui connessi servizi di polizia giudiziaria a riscontro ed hanno visto il contributo delle persone offese dei reati che hanno confermato i gravi fatti che hanno dovuto subìre nel corso degli anni, consentendo di svelare la condotta degli attuali indagati diretta prevalentemente ad una sistematica attività estorsiva ed alla organizzazione di una rete di approvvigionamento per il successivo spaccio di sostanza stupefacente.

In tale contesto, come evidenziato nell'ordinanza del Gip, assume particolare rilevanza il contributo delle vittime del reato estorsivo che, una volta tratti in arresto i loro persecutori in relazione ad altre vicende delittuose, hanno deciso di rendere dichiarazioni accusatorie superando ogni contegno omertoso. Tale atteggiamento positivo, già manifestatosi in pregresse attività di indagine, è significativo del continuo rafforzamento del sentimento di fiducia nei confronti delle Forze di Polizia e della Magistratura.

In particolare, l'attività di indagine del Commissariato di P.S. di Barcellona P.G., che ha continuato a monitorare il nuovo assetto operativo dell'agguerrita frangia dei "Mazzarroti" disvelato con l'operazione antimafia "GOTHA V", ha consentito di confermare l'impegno di tale cosca per garantire continuità all'azione del gruppo nel settore delle estorsioni. In un caso, ad esempio, i malviventi avevano imposto ad una ditta di Furnari impegnata in lavori edili stradali il pagamento di una tangente nella misura del 2% dell'importo complessivo dei lavori, 55.000,00 euro, ottenendo pochi giorni prima del loro arresto per associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione illegale di armi del 16.4.2015, un acconto di 600,00 euro quale "rata" di Pasqua, dopo aver "convinto" l'imprenditore con la collocazione di una bottiglia incendiaria presso il deposito della sua ditta e le conseguenti intimidazioni quali componenti dell'associazione mafiosa.

Alla ricostruzione del fatto si è giunti attraverso le intercettazioni ambientali che hanno consentito di documentare "in diretta" le diverse fasi dell'approccio estorsivo. Nel medesimo contesto di indagini, un altro indagato è stato arrestato per lo stesso reato di estorsione con l'aggravante mafiosa, commesso in danno del titolare di una struttura alberghiera dal quale aveva preteso a nome dell'associazione mafiosa dei "mazzaroti" il pagamento di una tangente di 1.000,00 euro. Lo stesso titolare era rimasto vittima anche di altri due componenti della cosca di Mazzarrà S.A., arrestati - anche per questo reato - nello scorso mese di aprile nell'operazione "GOTHA V", ai quali aveva dovuto corrispondere un'altra rata di 1.000,00 a titolo di "pizzo".

L'attenzione degli investigatori si è soffermata nel completare il quadro indiziario nei confronti di un altro degli indagati, personaggio già colpito da ordinanza di custodia cautelare nell'operazione "Ghota" nel luglio del 2011 in quanto ritenuto anello di collegamento tra la famiglia mafiosa "dei barcellonesi" e la cosca "dei tortoriciani". Con l'ordinanza dell'8 aprile 2015 la posizione processuale del medesimo era stata già oggetto di disamina del GIP, a seguito delle dichiarazioni accusatorie di alcuni collaboratori che avevano riguardato le specifiche responsabilità del predetto in merito all'estorsione nei confronti di una società. In quella sede il GIP non aveva accolto la misura cautelare che invece è stata emessa nell'ambito del presente procedimento perché le suddette dichiarazioni accusatorie sono state corroborate dalle dichiarazioni di uno degli amministratori della stessa impresa, che ha ammesso di aver effettuato dazioni di denaro a titolo estorsivo, a partire dal 2000-2001 e fino al 2011.

All'esito dell'operazione "Ghota 5" dell'aprile scorso tre degli arrestati di oggi erano stati sottoposti, tra l'altro, alla misura custodiale in carcere in relazione ad un episodio di spaccio di sostanze stupefacente. In tale contesto il Tribunale della Libertà aveva ritenuto non sussistente l'aggravante del metodo mafioso.

Con il presente provvedimento il GIP, recependo "in toto" le risultanze dell'analisi investigativa, ha contestato ai soggetti sopra indicati l'associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, con l'aggravante di aver in uso delle armi.

L'attività tecnica di intercettazione ambientale, durata 9 mesi, ha consentito di poter comprendere le dinamiche interne all'associazione mafiosa "dei barcellonesi" decapitata, negli ultimi anni, dei suoi uomini di vertice nonché direttivi. Fin da subito, grazie alle intercettazioni ambientali, è stata captata una quantità considerevole di preziosissime conversazioni, dalle quali si evince - con chiarezza e senza alcun margine di errore o di fraintendimento - che i soggetti indicati, avvalendosi della forza intimidatrice promanata anche dall'uso delle armi, hanno commesso una serie di delitti tra i quali primeggia l'acquisizione e la distribuzione, svolta in maniera organizzata e sistematica, di sostanze stupefacenti sulla piazza barcellonese, su quella milazzese ed in altri comuni limitrofi, contesa in un primo momento ad altro gruppo emergente. I proventi, almeno parte di essi, sono stati destinati al mantenimento in carcere di alcuni detenuti, per conto dei quali, o meglio raccogliendone l'eredità ed il posto lasciato vacante, gli odierni indagati chiaramente hanno agito.

Le risultanze delle intercettazioni, che costituiscono l'architrave delle odierne contestazioni, hanno consentito di ravvisare che l'attività di spaccio di cui rispondono gli indagati, non è sporadica ma stabilmente consolidata all'interno della quale ogni sodale, con ruolo differente, è impegnato nel produrre la maggior ricchezza possibile attraverso la distribuzione nel mercato della droga.

La medesima attività tecnica ha permesso di dimostrare che gli indagati, nell'ambito dell'attività illegale posta in essere, abbiano avuto la disponibilità di armi, come emerso in maniera esplicita dalle conversazioni intercettate.


18/06/2015

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