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Operazione “Gotha V”

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22 arresti per associazione mafiosa, estorsioni, rapine, porto abusivo di armi ed altri reati contro la persona e il patrimonio

Stamane, in diverse località della provincia di Messina, Polizia di Stato e Carabinieri hanno svolto una vasta operazione antimafia, coordinata dalla D.D.A., dando esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Messina, su richiesta della medesima Direzione Distrettuale Antimafia.

L'operazione ha portato all'arresto di 22 soggetti per associazione mafiosa, estorsioni, rapine, porto abusivo di armi ed altri reati contro la persona e il patrimonio. Altre 5 persone sono state indagate e denunciate in stato di libertà per gli stessi reati.

I provvedimenti scaturiscono da una complessa attività investigativa, avviata nel 2013 dai poliziotti del Commissariato P.S. di Barcellona Pozzo di Gotto con la collaborazione della Squadra Mobile di Messina e dai Carabinieri del R.O.S. e della Compagnia Carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto, sul conto del sodalizio mafioso riconducibile a Cosa Nostra siciliana denominato "dei barcellonesi", operante sul versante tirrenico della provincia di Messina e della sua storica diramazione territoriale cd. "dei mazzarroti".

L'operazione antimafia, che si pone in linea di continuità con le precedenti, è stata denominata "GOTHA V", proprio perché ha individuato e colpito i nuovi assetti del sodalizio criminale, già duramente provato dagli esiti dell'operazione "GOTHA IV".

Le indagini hanno visto il contributo offerto dalle persone offese dei reati ed hanno trovato significativi riscontri nelle risultanze delle articolate attività di intercettazione.

Ne è scaturito un panorama puntuale della nuova composizione del sodalizio mafioso, operativo nell'hinterland barcellonese, comprensivo dei consociati subentrati nei vari ruoli - secondo il collaudato meccanismo mafioso del "rimpiazzo" - ai referenti mafiosi arrestati nelle operazioni antimafia che si sono succedute negli ultimi anni, nonché uno spaccato dell'attività pervasiva di controllo del territorio.

In tale contesto sono stati individuati i responsabili di diverse estorsioni, nonché gli esecutori materiali di alcuni fatti di sangue del recente passato, come la rapina ai danni di un supermercato di Campogrande di Tripi verificatasi nel dicembre 2012, conclusasi tragicamente con la gambizzazione di un cliente che aveva opposto resistenza.

Le indagini hanno delineato la nuova mappatura criminale del sodalizio mafioso barcellonese, caratterizzata dalla presenza di giovani consociati che sono riusciti ad acquisire, nonostante l'età, un ruolo di assoluto valore criminale. Il nuovo gruppo ha posto in essere diverse attività criminali quali estorsioni e spaccio di sostanze stupefacenti, portate a compimento con modalità tipicamente mafiose. I giovani quanto spregiudicati esponenti di tale gruppo hanno raccolto l'eredità dei consociati ormai detenuti e facendo leva sui legami familiari con gli stessi, hanno intrapreso autonome attività delinquenziali.

Oltre allo spaccio di sostanze stupefacenti, il gruppo ha sviluppato il proprio controllo del territorio soprattutto attraverso attività estorsive, in particolare nei confronti dei locali notturni e delle discoteche di Milazzo. In questo settore le indagini hanno evidenziato come gli indagati, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dalla propria appartenenza al sodalizio abbiano ottenuto sistematicamente l'accesso ai locali e le consumazioni all'interno in modo gratuito, con modalità violente e prevaricatrici ed abbiano imposto, altresì, l'assunzione di alcuni componenti del sodalizio quali responsabili della sicurezza, secondo il più classico dei paradigmi mafiosi.

Le modalità violente delle estorsioni contestate hanno ben delineato le capacità criminali del gruppo, come nel caso della scomparsa di una partita di droga che era stata consegnata a un minore incensurato per detenerla presso la sua abitazione. Alcuni componenti del sodalizio, dopo aver fatto irruzione nell'abitazione del ragazzo e averla perquisita, non hanno esitato a picchiarlo violentemente, anche alla presenza della madre, ed a sottrargli un ciclomotore a titolo estorsivo.

L'attività espletata ha consentito di accertare l'attuale impegno della cosca dei "Mazzaroti" per garantire continuità all'azione del gruppo nel settore delle estorsioni alle quali sono state sottoposte diverse attività imprenditoriali e commerciali del comprensorio, vittime del forte potere intimidatorio degli affiliati. I proventi estorsivi, acquisiti "con violenza e minaccia" nelle "tradizionali" rate di Natale, Pasqua e Ferragosto, garantivano il sostentamento dell'associazione mafiosa.

E' inoltre emersa in tutta evidenza la pericolosità del gruppo che ha dimostrato di poter disporre di numerose armi, anche di elevato potenziale (Kalashnikov), che è pronto ad utilizzare per garantirsi il controllo delle attività criminali nel territorio di Mazzarrà S. Andrea e dei comuni limitrofi, per mezzo di cruente spedizioni punitive in danno di coloro i quali non intendono sottostare alle strategie dell'organizzazione. In una di queste occasioni soltanto il provvidenziale passaggio di una pattuglia di polizia evitava il peggio ad altra vittima designata impedendo agli affiliati, armati ed in appostamento, di portare a termine l'agguato.

In questo contesto si inseriscono pestaggi, minacce a mano armata ed "interrogatori" di soggetti rei di aver commesso reati contro il patrimonio senza autorizzazione dei vertici dell'associazione criminale ed il progetto di aumentare il potenziale offensivo della cosca acquistando altre armi per garantirsi il pieno controllo delle attività estorsive ("se guerra vogliono, guerra sia").

Particolarmente significativa l'intercettazione ambientale che ha documentato un incontro tra rappresentanti armati della cosca dei "mazzaroti" con esponenti della mafia catanese per la reciproca "messa a posto" di imprese operanti nelle due province nell'ambito di quello che il Gip definisce un "sistema di estorsioni incrociate". All'esito dell'incontro veniva confermato il reciproco rispetto tra le due organizzazioni mafiose ("allora da quando è … è sempre stato così, sempre così!) secondo una consolidata alleanza ("gemellaggio") tuttora operativa.

Nel medesimo procedimento sono inoltre indagate altre quattro persone per un episodio di scambio elettorale politico mafioso previsto dall'art. 416 ter c.p., contestato con riferimento alle elezioni amministrative del 2007 presso il Comune di Mazzarrà Sant'Andrea, aventi ad oggetto l'esistenza di un pactum sceleris tra uno dei candidati ed il sindaco uscente già condannato in secondo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, da un lato, e due esponenti della cosca dei "Mazzaroti" dall'altro.


16/04/2015

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