La Polizia di Stato sequestra tre locali notturni nella zona tirrenica della provincia ed esegue provvedimenti cautelari restrittivi nei confronti di 14 soggetti responsabili di associazione a delinquere dedita allo sfruttamento della prostituzione
A conclusione di un lungo ed articolato lavoro investigativo svolto, la Polizia di Stato ha accertato che dietro le apparenze di circoli privati no profit si celavano locali pubblici notturni gestiti imprenditorialmente da vere e proprie associazioni a delinquere, finalizzate peraltro allo sfruttamento della prostituzione di ragazze, per lo più straniere, fittiziamente registrate come socie. All'alba di stamani 15 ottobre, i poliziotti del Commissariato P.S. di Sant'Agata Militello, che hanno seguito le indagini, e della Squadra Mobile della Questura di Messina stanno procedendo al sequestro di tre night clubs ed all'esecuzione di 14 misure cautelari - emessi dal GIP del Tribunale di Patti su richiesta di quella Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini - a carico di altrettanti soggetti dell'hinterland della zona tirrenica messinese.
I locali notturni - costituenti famosi centri di richiamo per utenti provenienti da molte province siciliane - sono ubicati nella fascia tirrenica messinese.
L'operazione della Polizia di Stato è stata denominata "Dolce Vita" dal nome di uno dei tre night clubs sequestrati e dal gaudente e spregiudicato stile di vita dei gestori. Le indagini hanno consentito di accertare che nei predetti locali, dalle prime ore della notte e fino alle prime luci dell'alba, i molti clienti, mascherati da forme di un finto tesseramento, pagavano profumatamente per fruire di servizi dal contenuto variabile: consumazione di bevande, spettacoli di lap dance e spogliarelli, ma anche la compagnia delle ragazze, soprattutto straniere impiegate nel night.
Inoltre, le indagini - protrattesi per quasi un anno - hanno permesso di svelare l'esistenza di tre distinte organizzazioni criminali che, dietro il paravento dei locali rispettivamente gestiti, erano dedite allo sfruttamento della prostituzione.
In particolare, ogni gruppo criminale, all'interno del proprio locale, procedeva a reclutare le donne - soprattutto straniere dell'est Europa, ma anche italiane - secondo degradanti logiche merceologiche e ricorrendo spesso alla mediazione di veri e propri agenti o impresari, residenti in tutta la Sicilia e talora anche nel Nord Italia.
L'attività investigativa, condotta dai poliziotti della Questura di Messina, ha accertato un duplice livello di illeciti servizi erogati all'utenza: rapporti sessuali consumati all'interno della sede del circolo stesso, in salette più appartate - denominate appunto "privée" - nonché incontri fuori dal locale, in immobili messi a disposizione dai titolari del night o talora in strutture ricettive aperte al pubblico, con la garanzia di ogni comfort a carico del gestore del locale stesso.
La Polizia di Stato ha accertato che tra la clientela vi erano, altresì, noti professionisti e imprenditori della provincia messinese e di quelle confinanti.
La soggezione delle donne nei confronti dei gestori del locale era assoluta: le ragazze alloggiavano in fabbricati messi a disposizione da essi, e venivano prelevate per essere accompagnate al lavoro e viceversa nonché ammonite e controllate al fine di non intrattenere alcun rapporto sociale ritenuto pericolosa occasione di sviamento della possibile clientela.
L'operazione della Polizia di Stato ha verificato che i tre locali notturni sequestrati erano tutti gestiti da sodalizi criminali riconducibili, più o meno direttamente, ad altrettanti soggetti pregiudicati noti per essere gravati da pregresse tare giudiziarie di rilevante pregnanza, anche in materia di criminalità mafiosa, che sono stati ora tutti sottoposti alla custodia cautelare in carcere.