Agenti della Polizia di Stato hanno dato esecuzione alla misura cautelare in carcere adottata con ordinanza del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina, su conforme richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, a carico di un messinese di 37 anni, gravemente indiziato per aver tentato una rapina all’interno di un supermercato in zona centro.
I fatti risalgono al 19 settembre scorso, allorquando al 112 NUE veniva segnalato un tentativo di rapina perpetrato da due soggetti travisati, uno dei quali armato di pistola che, dopo aver raggiunto l’esercizio commerciale a bordo di uno scooter, si è impossessato del registratore di cassa. Il tempestivo intervento della dipendente, che ha inseguito uno dei due rapinatori e, dopo averlo strattonato, ha recuperato il cassetto con il registratore di cassa, ha impedito agli stessi di impossessarsi del denaro contenuto all’interno.
L’immediata acquisizione delle telecamere installate nei pressi del supermercato ha consentito al personale della Sezione Antirapina della Squadra Mobile di visionare le fasi della rapina; i successivi approfondimenti investigativi, compresi gli accertamenti dattiloscopici effettuati dalla Polizia Scientifica - svolti con il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, diretta dal Dott. Antonio D’AMATO - hanno consentito di individuare uno dei due presunti autori della rapina, mentre nei confronti del complice le indagini sono tuttora in corso.
Sulla scorta degli elementi di responsabilità raccolti dagli agenti della Polizia di Stato, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina ha richiesto un provvedimento restrittivo al G.I.P., che ha condiviso il quadro probatorio prospettato, adottando la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti dell’indagato.
Quanto sopra, ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti dell’indagato che, in considerazione dell’attuale fase delle indagini preliminari, è da presumersi innocente fino alla sentenza irrevocabile che ne accerti le responsabilità e con la precisazione che il giudizio, che si svolgerà in contraddittorio con le parti e le difese davanti al giudice terzo e imparziale, potrà concludersi anche con la prova dell’assenza di ogni forma di responsabilità in capo all’indagato.