Nell’ambito dei servizi di controllo del territorio finalizzati alla prevenzione e repressione dei reati nella città di Messina, disposti dal Questore, Annino Gargano, i poliziotti della Squadra Mobile, con la collaborazione di operatori della locale SISCO (Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo), hanno tratto in arresto in flagranza di reato un messinese ritenuto responsabile del reato di detenzione di armi clandestine, alterate e munizionamento.
I controlli hanno riguardato il Rione Ferrovieri, area ad elevata intensità criminale, ove gli uomini della Squadra Mobile e della SISCO hanno effettuato diverse ispezioni e perquisizioni domiciliari di abitazioni e cantinati di uno stabile.
All’esito delle attività, occultato in fondo ad un locale appartenente al cinquantenne controllato, i poliziotti hanno scoperto un piccolo arsenale di armi e munizioni.
In particolare, sono stati rinvenuti un fucile automatico a canne mozze, un revolver con matricola abrasa, una pistola semiautomatica, una doppietta, due fucili ad aria compressa modificati e munizioni di vario calibro in buono stato di conservazione e perfettamente funzionanti.
Gli investigatori, pertanto, con il costante coordinamento della locale Procura della Repubblica, hanno sequestrato le armi, subito affidate alla Polizia Scientifica per gli accertamenti del caso, ed arrestato il proprietario della cantina che è stato accompagnato in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Sono stati, inoltre, rinvenuti e sequestrati alcuni telefoni cellulari.
Quanto sopra, ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca, costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti dell’indagato che, in considerazione dell’attuale fase delle indagini preliminari, è da presumersi innocente fino alla sentenza irrevocabile che ne accerti le responsabilità e con la precisazione che il giudizio, che si svolgerà in contraddittorio con le parti e le difese davanti al giudice terzo e imparziale, potrà concludersi anche con la prova dell’assenza di ogni forma di responsabilità in capo all’indagato.