La Polizia recupera la somma truffata e arresta i due responsabili
Ce l’avevano fatta. Erano riusciti a truffare al malcapitato la bellezza di 15.000 euro. Messinesi, entrambi 67 anni, personaggi già noti alle forze di polizia, sono gli autori della cosiddetta “truffa dell’eredità”, messa a segno ieri mattina, a Patti, ai danni di un settantaseienne.
Il canovaccio è sempre lo stesso: uno dei due truffatori avvicina la vittima in strada chiedendole se conosce il signor “x”, in questo caso un inesistente medico che in passato ha curato e guarito il padre anziano, prossimo alla dipartita e intenzionato a donare al medico una grossa somma per ricompensarlo. A questo punto entra in scena il secondo truffatore che conosce il medico e comunica che lo stesso è deceduto anni addietro. Cosa fare della grossa donazione? Il primo truffatore è disposto a cederne un’ingente parte ai due incontrati per strada ma serve denaro contante per ratificare l’atto dal notaio. Se la vittima ci casca, i truffatori convincono la stessa a prevelare la somma necessaria e una volta ottenutala, scompaiono nel nulla.
E’ andata così anche ieri. I due truffatori si sono fatti consegnare i 15.000 euro e hanno convinto la vittima a scendere dalla macchina per comprare delle marche da bollo in un tabacchi. Poi la fuga.
A cambiare il finale è però intervenuto il caso che ha fatto sì che la vittima incontrasse la figlia mentre la truffa era in atto. La donna ha capito che qualcosa non andava e ha chiesto aiuto ai poliziotti del Commissariato di P.S. di Patti, fornendo loro preziose informazioni sull’auto dei truffatori e sui loro spostamenti.
I poliziotti li hanno tallonati sino a Falcone, via autostrada, riuscendo a bloccarli poco fuori il centro abitato. Avevano ancora i 15.000 euro, poi riconsegnati al proprietario. Uno dei due malviventi teneva nella tasca dei pantaloni l’ulteriore somma di 900 euro sulla cui provenienza non ha saputo fornire alcuna spiegazione e pertanto è stata sottoposta a sequestro.
I truffatori sono stati arrestati e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, sottoposti agli arresti domiciliari.