Un colpo messo a segno l’11 marzo scorso nel territorio di Patti ai danni di un noto supermercato al quale veniva sottratta la somma di ben 33.000,00 euro oltre ad altra merce.
Un’attività d’indagine serrata e minuziosa condotta dai poliziotti del Commissariato di P.S. pattese che dietro la direzione della locale Procura della Repubblica, Sost. Proc Bonanzinga, ha permesso di assicurare alla giustizia i responsabili.
Sono due catanesi:
Un trentenne ed un sessantaquattrenne, tradotti stamane in carcere in esecuzione dell’ordinanza cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Patti, per il reato di furto pluriaggravato commesso in concorso.
L’attività di indagine, condotta sapientemente ed in tempi ristretti dai poliziotti diretti dal dirigetnte del Commissariato di P.S., ha dimostrato un piano d’azione studiato nei minimi particolari e messo a punto da un gruppo criminale già noto alle forze dell’ordine per reati analoghi.
Quando i due sono entrati in azione il supermercato era chiuso; ne hanno danneggiano la porta d’ingresso, manomesso e disattivato i sistemi di videosorveglianza, aperto le due casseforti con l’uso di fiamma ossidrica, impossessandosi, oltre che del denaro ivi custodito, anche di quello presente nelle casse.
L’accurata visione delle immagini estrapolate dalle telecamere vicine al luogo di consumazione del delitto, nell’arco temporale prossimo alla realizzazione dello stesso, permettevano di individuare due autovetture, dalle cui targhe si risaliva rispettivamente ai proprietari nonché utilizzatori: Campisi e Militello per l’appunto.
Non solo, sempre dalla visione delle registrazioni degli impianti di videosorveglianza, gli operatori di polizia individuavano i tratti somatici dei due autori che, comparati con i rilievi fotosegnaletici in loro possesso, trattandosi di soggetti gravati da precedenti, e con le fotografie rinvenute sui profili Facebook, ne confermavano il pieno coinvolgimento nei fatti di cui sopra se pur con ruoli diversi. Ed infatti il 30ennei faceva da palo ai complici impegnati materialmente nella commissione del delitto aspettandoli a bordo del proprio mezzo di modo da facilitarne la fuga.
Decisive le attività di: intercettazione tanto telefonica quanto ambientale; analisi dei tabulati; osservazione dei malfattori nel territorio catanese. In particolare emergevano contatti telefonici, il giorno prima del fatto, tra i sodali i cui cellulari, contemporaneamente, risultavano spenti nelle fasi cruciali della commissione del furto, per poi successivamente agganciare celle telefoniche lontane dal luogo teatro del delitto. Emergeva, altresì, dalle telefonate captate successivamente, la pregressa conoscenza degli indagati fra loro e la dedizione ad attività illecite finalizzate alla commissione di delitti contro il patrimonio.
Inoltre, dalle indagini svolte, veniva confermata la paternità del delitto anche ad un terzo soggetto, grazie alla comparazione delle immagini estrapolate dalle telecamere tanto con quelle presenti nelle banche dati di polizia, trattandosi di soggetto con precedenti, quanto con le fotografie presenti su Facebook, che allo stato risulta irreperibile.
Infine ed a maggior conferma della loro responsabilità il dato rappresentato dall’essere gli unici immortalati con fare sospetto nei pressi del supermercato dove si aggiravano con un grosso borsone verosimilmente contenente l’attrezzatura usata per realizzare il colpo.
Le risultanze delle serrate e puntigliose indagini svolte dai poliziotti del Commissariato di P.S. Di Patti, pienamente condivise dalla Procura della Repubblica della stessa cittadina, costituivano la base della richiesta inoltrata da quest’ultima Autorità Giudiziaria al G.I.P. dello stesso Tribunale che, condividendo a sua volta l’esaustivo quadro probatorio, emetteva i provvedimenti restrittivi eseguiti dalla Polizia di Stato di Patti e Messina, con la collaborazione della Squadra Mobile della Questura di Catania.