Recuperata refurtiva di 8 mila euro. Denunciati in 2 per furto.
Nell'ambito dei continui servizi di prevenzione e repressione dei reati estesa a tutta la Provincia, in particolar modo di quelli contro il
patrimonio, il personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Pisticci ha portato a termine un'importante operazione di Polizia che si
è conclusa con la denuncia di due soggetti all'Autorità giudiziaria per il reato di furto aggravato, commesso in concorso tra di
loro, nonché il recupero dell'intero bottino di cui i manigoldi si erano impossessati e consistente in 8000 euro in contanti.
L'indagine è stata condotta dal settore Anticrimine del Commissariato diretto dal Dottor Albano.
I fatti: in data 21 febbraio c.a., la volante in servizio di controllo del territorio si recava presso una privata abitazione sita nel Comune di
Pisticci ove, alla locale sala operativa, era stata segnalata la commissione di un furto. Una volta sul posto, il derubato riferiva agli operatori
che nei giorni precedenti, in più occasioni, si era recato presso l'ufficio postale per prelevare la somma di 13000 euro, a lui necessaria
per urgenti commissioni. Ottenuto l'importo detto, lo stesso era stato riposto in una busta per spedizioni postali e il tutto poi conservato in una
cassetta metallica custodita presso la propria camera da letto. La mattina del 21 febbraio, recatosi in camera da letto per riporre degli effetti
personali all'interno del cofanetto, l'uomo si accorgeva con grande stupore e sconforto che, al suo interno erano presenti solo 5000 euro, con un
considerevole ammanco di 8000 euro. Ridestatosi dall'iniziale stato di angoscia, la vittima contattava immediatamente il Commissariato pisticcese,
richiedendone l'intervento. La volante, tempestivamente giunta sul posto, eseguiva un particolareggiato e dettagliato sopralluogo, all'esito del
quale, si faceva sempre più consistente l'ipotesi investigativa secondo cui era necessario indirizzare le indagini su persone vicine, per
amicizia, al malcapitato. Una intuizione questa confermata dalla assenza di segni di effrazione né in corrispondenza degli accessi
all'abitazione né al suo interno.
Muovendo da questo dato, gli operatori del settore Anticrimine, procedevano ad acquisire una serie di testimonianze e riscontri che consentivano di
restringere il campo delle ricerche attorno a due coniugi pisticcesi, lontani parenti del derubato e molto vicini allo stesso. Gli stessi venivano
pertanto ascoltati in merito all'accaduto e durante questa fase, riferivano versioni contrastanti, facendo inoltre trapelare un evidente stato di
nervosismo. Questo non faceva altro che avvalorare ulteriormente l'ipotesi del loro coinvolgimento nella commissione dell'ingente furto.
Così, l'iniziale spavalderia e sicurezza, gradualmente lasciavano il campo al rimorso per il vile gesto commesso, fino a giungere alla
completa confessione di entrambi.
Questi, infatti, riferivano che avevano seguito, nei giorni precedenti e anche la mattina del 21 febbraio, nei suoi spostamenti il derubato e
approfittando della sua assenza dall'appartamento vi si erano introdotti, recandosi a colpo sicuro presso la stanza da letto ove era conservata la
cassetta metallica coi soldi. Conoscevano bene il posto dove la stessa era nascosta perché nei giorni precedenti, con scuse di circostanza e
di facciata, erano riusciti a penetrare nell'appartamento preso di mira così acquisendo utili informazioni per la commissione del
furto.
Pertanto ricostruita la vicenda, gli operatori si portavano presso l'abitazione dei manigoldi ove veniva rinvenuta la refurtiva. In particolare,
una parte di essa, era stata celata all'interno di una busta di plastica riposta a sua volta all'interno di un intercapedine fatta ad hoc, di un
armadio; la parte più cospicua anch'essa in una busta in plastica, invece, si trovava all'interno degli ingranaggi di un vecchio
videoregistratore collocato in soffitta.
Una volta recuperata interamente la refurtiva, ci si portava in ufficio per le formalità di rito. Qui, visti i risultati investigativi
conseguiti nonché la confessione resa dai due soggetti, venivano formalizzate a loro carico le denunce all'Autorità giudiziaria per
il reato di furto aggravato in concorso tra di loro.
La somma di denaro recuperata pari a 8000 euro veniva restituita al denunciante che rivolgeva attestati di riconoscimento e di ringraziamento alla
Polizia di Stato.
L'operazione descritta testimonia ancora una volta lo zelante impegno della Polizia nella costante e continua attività di controllo del
territorio e di produzione della sicurezza.