Il dipendente è accusato di aver indebitamente intascato somme spettanti al Comune per 53.774 euro
Personale della Polizia di Stato ha notificato a un dipendente del Comune di Matera Avviso di conclusione delle indagini preliminari con l’accusa di truffa ai danni dell’ente pubblico e falso materiale, aggravati e continuati.
Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Matera e svolte dalla Squadra Mobile.
Avviate a seguito di una denuncia per una serie di anomalie emerse nella gestione dell’Ufficio Servizi Cimiteriali del Comune di Matera, le complesse investigazioni hanno consentito di individuare il responsabile dei reati dopo aver escusso oltre 50 persone informate sui fatti, nonché effettuato una serie di accertamenti patrimoniali, acquisizioni documentali e riconoscimenti fotografici. All’attività ha collaborato anche la Polizia Locale, che ha escusso alcuni testi.
È stato accertato che l’indagato, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso e reiterate nel tempo, si faceva indebitamente consegnare dai parenti dei defunti somme di danaro in contanti che invece avrebbero dovuto essere corrisposte all’ente comunale.
Tutto ciò veniva compiuto attraverso artifici e raggiri consistiti nell’assegnare loculi dismessi o autorizzando arbitrariamente tumulazioni e spostamenti di salme per ricongiungimenti familiari, in violazione del regolamento di polizia mortuaria.
L’indagato pretendeva e incassava egli stesso, direttamente e in contanti dai parenti del defunto, che venivano tratti in inganno, la somma dovuta – che poteva variare dai 1.400 ai 2.700 euro – la quale avrebbe dovuto invece essere versata, come previsto dal Regolamento comunale, all’Ufficio economato o nelle altre modalità previste dallo stesso. Le procedure irregolari di tumulazione accertate sono 30.
È stato calcolato che, in tal modo, il dipendente, dal mese di aprile 2018 a gennaio 2019, periodo in cui era addetto al Servizio cimiteriale del Comune di Matera, avrebbe conseguito l’illecito profitto di 53.774 euro.
In molti casi, l’addetto al servizio non rilasciava alcuna fattura. A specifica richiesta degli utenti, quegli riferiva che la ricevuta sarebbe arrivata via posta oppure ne compilava una falsa, numerata in modo fittizio o totalmente priva di numerazione.
Inoltre, l’indagato ha più volte scambiato i loculi destinati ad altri defunti, in difformità dall’assegnazione cronologica prevista dal regolamento di polizia mortuaria, ingenerando così caos amministrativo nella gestione dei servizi cimiteriali.