Questura di Massa Carrara

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Interrompe una relazione durata 23 anni

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querela, ed il suo ex viene arrestato

Nei giorni scorsi, personale della Squadra Anticrimine del Commissariato di Carrara ha proceduto a dare esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Massa, Giudice dr. Alessandro Pellegri, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica dr.ssa Rossella Soffio, nei confronti di un 64enne - originario di una città dell'Italia del sud e residente in provincia di La Spezia - resosi responsabile del reato di atti persecutori (c.d. stalking) nei confronti della ex compagna, una carrarese di 62 anni.

La vicenda ha origine nel giugno di quest'anno, allorché la donna decideva di porre fine ad una tormentata relazione sentimentale, con una convivenza durata ben 23 anni (pur con qualche "pausa di riflessione", determinata dalle vessazioni patite da parte del proprio compagno), e ciò in seguito ad un'aggressione - da ritenersi la classica "goccia che ha fatto traboccare il vaso" - nel corso della quale l'uomo l'aveva addirittura afferrata per il collo.

La donna, tuttavia, non denunciava l'episodio ma, per evitare ulteriori vessazioni - ciò che l'aveva convinta a porre fine alla convivenza con l'odierno arrestato - abbandonava l'abitazione (peraltro, di proprietà della stessa vittima) per andare a vivere a Carrara presso i propri congiunti.

Da quel momento, l'uomo - che non riusciva a rassegnarsi alla conclusione del rapporto - iniziava a porre in essere con cadenza quotidiana ed in via continuativa (e fino al momento in cui veniva arrestato) una serie di condotte persecutorie e moleste che interessavano non solo l'ex convivente ma anche tutti i parenti della stessa presso i quali la donna di volta in volta andava a pernottare (in un'occasione, l'aggressore danneggiava, prendendola a calci, la porta dell'abitazione della figlia della vittima).

Per tali motivi la donna, nel frattempo caduta in uno stato di angoscia, tanto da dover assumere specifici farmaci e dover ricorrere alle cure dei sanitari, era costretta addirittura ad allontanarsi da Carrara per andare a pernottare a Viareggio, presso alcuni congiunti.

Ciò, tuttavia, non era sufficiente a placare la rabbia dell'uomo che si sentiva "abbandonato" e non si limitava più ad esercitare le proprie molestie ed i propri comportamenti violenti, minacciosi e aggressivi nei confronti dell'ex compagna, ma, in una vera e propria escalation criminale, iniziava a perseguitare persino soggetti estranei al nucleo familiare della donna ma a questa legati da rapporti di conoscenza o colleghi di lavoro dei suoi familiari, con l'evidente intento di arrecarle nocumento.

Stanca ed esasperata per la situazione venutasi a creare, la donna - anche perché in ansia per la "piega" che la vicenda avrebbe potuto prendere, con potenziali sviluppi ancor più preoccupanti per sé e per i propri familiari - decideva di denunciare le violenze subite alla Polizia.

La donna, messa a proprio agio e tranquillizzata dagli operatori della Squadra Anticrimine del Commissariato, raccontava per filo e per segno la propria triste storia, accompagnata da alcuni familiari che venivano subito sentiti dai poliziotti sulle circostanze da loro conosciute.

Al termine dell'attività d'indagine, condotta con completezza e particolare celerità (in considerazione della delicatezza della vicenda), si potevano documentare - a mezzo di testimonianze e referti medici - numerosi episodi persecutori, che venivano opportunamente sottoposti con grande tempismo dalla Procura al vaglio del Giudice affinché quest'ultimo adottasse un provvedimento di custodia cautelare in carcere.

Il Giudice per le Indagini Preliminari, ritenuta la sussistenza a carico dell'indagato sia dei gravi indizi di colpevolezza, sia delle esigenze cautelari (in particolare, il pericolo che l'uomo potesse reiterare le proprie condotte delittuose), applicava a carico dello stesso la misura della custodia cautelare in carcere, ordinandone l'immediata traduzione in un istituto di custodia.

Come già avvenuto in passato, anche di recente, si ritiene opportuno divulgare la notizia, nel pieno rispetto della privacy dei soggetti coinvolti ed in particolare delle vittime, unicamente quale ulteriore invito a tutte le ragazze o donne che subiscono simili angherie per sollecitarle a trovare il coraggio di denunciare tali episodi e, pertanto, a non continuare a subirli passivamente ed anzi a rivolgersi quanto prima alla Polizia o ai centri antiviolenza per porvi fine.


16/09/2013

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