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Si inventa una rapina a mano armata mai subita

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Denunciato

La Squadra Anticrimine del Commissariato di Carrara ha denunciato nella mattinata odierna un trentenne - originario della Repubblica Domenicana ma residente a Carrara - per il reato di simulazione di reato e calunnia.

L'uomo si era presentato in Commissariato alcuni giorni fa, in tarda mattinata, denunciando di essere stato vittima - un paio d'ore prima - di una rapina a mano armata in località Avenza.

Aveva quindi fornito un dettagliato racconto circa la dinamica dei fatti e la descrizione delle caratteristiche somatiche dell'autore della rapina stessa.

In particolare - secondo la versione del denunciante - mentre percorreva a piedi via Campo d'Appio in direzione Sarzana, per raggiungere la sua banca in viale Galilei, al fine di versare - in favore del proprietario di casa - il contante ricevuto da sua madre e sua sorella a titolo di canone mensile, per un ammontare di 730 Euro, sarebbe stato avvicinato da un giovane extracomunitario il quale, dopo averlo afferrato cogliendolo "alle spalle" e puntandogli un coltello alla gola, gli avrebbe intimato in modo perentorio di consegnargli immediatamente il portafoglio.

A quel punto il denunciante avrebbe obbedito ed il rapinatore si sarebbe dato alla fuga in direzione monti, dileguandosi in una non meglio specificata "strada tra le palazzine".

Il denunciante forniva anche una descrizione piuttosto dettagliata del rapinatore: un giovane sui 25 anni, di etnia nordafricana, alto circa 1,70 m., capelli rasati, privo di barba o baffi e vestito con una felpa con cappuccio - precisando anche che però il cappuccio non era "indossato" - di colore nero, jeans e scarpe da tennis bianche. Inoltre, il denunciante indicava una caratteristica fisica assai particolare: il rapinatore "aveva una cicatrice, piuttosto vecchia, sulla guancia sinistra".

Alla domanda degli investigatori sul perché si fosse recato in Commissariato a sporgere denuncia solo dopo circa due ore dal momento in cui sarebbe stata compiuta la rapina, il cittadino dominicano rispondeva di aver perso tempo perché si era intrattenuto con un carabiniere "fuori servizio", che conosceva, raccontandogli l'accaduto e che questi gli avrebbe consigliato di denunciare i fatti in Commissariato, dove sarebbe giunto dopo un po' perché privo di un mezzo proprio e quindi solo dopo il passaggio dell'autobus.

Subito dopo la denuncia, al trentenne venivano sottoposte in visione numerosissime fotografie di soggetti extracomunitari presentanti il segno particolare della vistosa cicatrice sul volto, estrapolate dall'archivio informatico in uso alle forze di polizia sulla base dei parametri indicati in denuncia, tra cui l'età apparente del "rapinatore".

Mentre visionava le fotografie, il denunciante appariva assente e cadeva in una serie di contraddizioni allorquando gli agenti gli chiedevano di ripetere la descrizione o fornire ulteriori particolari caratteristiche dell'aggressore, tanto che i poliziotti nutrivano seri dubbi circa la veridicità del suo racconto.

In particolare, gli uomini della Squadra Anticrimine si persuadevano immediatamente della "anomalia" della dinamica dei fatti con cui sarebbe stata portata a termine la rapina, così come descritta dal denunciante. Appariva quanto meno strano, infatti, che venisse commessa una rapina a mano armata in pieno giorno in una strada piuttosto trafficata senza nessun testimone, ed ai danni di una persona che, per l'abbigliamento e l'aspetto fisico, non si palesava quale "buon obiettivo" per eventuali rapinatori.

Nonostante venissero rappresentate tali perplessità al denunciante, questi insisteva nella sua versione dei fatti, tentando di persuadere i poliziotti che effettivamente era stato rapinato così come aveva raccontato.

Gli investigatori proseguivano negli accertamenti e convocavano in Commissariato il carabiniere indicato dal denunciante come "fuori servizio", e che in realtà è risultato essere in pensione, il quale, pur confermando di conoscere il trentenne dominicano, negava fermamente di averci parlato nella mattinata in cui sarebbe avvenuta la rapina, di fatto smontando l'alibi fornito dallo stesso.

Per far crollare la già traballante versione fornita dal denunciante, gli investigatori gli dicevano di aver acquisito le immagini delle telecamere (in realtà non presenti nel tratto interessato), e che dalle stesse non emergeva la commissione di alcuna rapina, così come anche dalla visione delle immagini riprese da internet su "Google Earth", che gli investigatori - stimolati alla fantasia ed alla creatività dallo stesso denunciante - "inventavano" quale ulteriore metodo investigativo che avrebbe smentito la sua versione dei fatti.

A quel punto, il giovane "capitolava" e, alla presenza del suo avvocato, confessava ai poliziotti che la rapina da lui denunciata non era in realtà mai stata commessa e che se l'era inventata per giustificare con i suoi familiari ed il padrone di casa il mancato pagamento del canone di affitto, che non aveva corrisposto, a suo dire, a causa dello smarrimento del proprio portafoglio.

In effetti, una rapina posta in essere con le modalità descritte dal denunciante avrebbe avuto quale ambiente "naturale" il Bronx, Scampia o lo Zen di Palermo, quartieri ad alta densità criminale, piuttosto che una via centrale di Avenza e gli investigatori non hanno dovuto faticare molto per smascherare la fantasiosa "storia" raccontata dal dominicano, forse "ispirata" dalle gesta del rapinatore seriale di Marina di Carrara, arrestato dalla Polizia appena qualche giorno prima.

Ancora una volta, comunque, è emerso lampante davanti agli occhi degli agenti il contesto economico-sociale in cui queste azioni delittuose vengono commesse: la crisi si fa sentire sempre di più e le spese quotidiane da sostenere spingono con maggior frequenza a delinquere soggetti anche incensurati. Fortunatamente, non tutti decidono di far fronte alle difficoltà con il ricorso alla commissione di reati. In ogni caso, ancora una volta la risposta della Polizia di Stato è stata immediata, ed ha quale effetto certamente quello di tranquillizzare i cittadini di Carrara circa il livello di sicurezza del nostro territorio, nel quale, fortunatamente, episodi delittuosi di un certo rilievo quali le rapine a mano armata sono meno frequenti rispetto ad altre realtà, e posti in essere in maniera isolata da soggetti che il più delle volte vengono assicurati alla giustizia.


23/04/2013

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