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Giovane ladro graziato

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dall'affetto della vittima

Il Commissariato ha individuato e smascherato l'autore di ben due furti all'interno dell'abitazione di un'anziana pensionata residente nella zona del centro storico, che è risultato essere il nipote della donna, un venticinquenne originario della provincia di La Spezia ma residente da qualche mese nell'abitazione della vittima.

La vicenda ha quasi dell'incredibile, per le conseguenze che ha comportato ai danni dell'anziana, ma anche per il fatto che questa, nonostante l'estremo disappunto per aver scoperto di avere, come suol dirsi, "la serpe in seno", alla fine ha deciso di non presentare querela nei confronti del giovane, condizione necessaria per la procedibilità penale nei confronti dell'autore del reato, dal momento che il codice penale la prevede per i reati commessi da persone aventi un vincolo di parentela con la vittima e con la stessa conviventi.

Nella mattinata di lunedì, infatti, la volante del Commissariato era intervenuta presso l'abitazione della ultraottantenne carrarese, la quale si era accorta che durante una sua breve assenza qualcuno aveva messo a soqquadro alcune stanze dell'abitazione, rubando la somma di circa 1000 euro, corrispondenti alla pensione ritirata pochi giorni prima, che la donna aveva nascosto all'interno di un mobile.

L'anziana signora esternava grande preoccupazione agli agenti intervenuti, in quanto già nei mesi scorsi era stata vittima di un altro furto, commesso con le stesse modalità, ma di notte mentre sia lei sia il nipote dormivano, e che aveva avuto un bottino di circa 1200 euro.

A seguito del primo furto, tra l'altro, la donna aveva dotato la casa di un sistema d'allarme e di un cancello automatico, spendendo per tali misure di protezione circa 3000 euro.

Le circostanze in cui era stato commesso il secondo furto ingeneravano fin da subito forti dubbi negli investigatori del Commissariato, dal momento che anche in questa circostanza il giovane nipote della signora era a dormire al piano superiore dell'abitazione.

Lo stesso aveva addirittura accompagnato l'anziana congiunta in Commissariato per fare la denuncia, ma in considerazione degli elementi raccolti nei suoi confronti, veniva interrogato e gli venivano contestate le contraddizioni emergenti dalle sue dichiarazioni, come ad esempio che egli pur dormendo a suo dire con lo stereo acceso ad alto volume aveva sentito aprire la porta ed abbaiare i cani, ma non aveva sentito spostare i pesanti mobili nella stanza accanto alla sua, ed inoltre che pareva perlomeno strano come gli ignoti ladri avessero "visitato" quasi tutte le stanze dell'abitazione tranne quella in cui dormiva lui.

Davanti alle contestazioni dei poliziotti, al giovane non rimaneva che confessare di aver commesso il furto, e addirittura ammetteva di essere stato anche l'autore della prima azione delittuosa, giustificando le azioni delittuose con la voglia di divertirsi, motivo per il quale aveva effettuato costose spese, contraendo anche debiti, che aveva poi saldato con il bottino dei suoi "colpi".

Agli investigatori del Commissariato non restava che riferire alla donna la spiacevole realtà dei fatti : quest'ultima, cadendo dalle nuvole, pur sollevata dal fatto che nessun estraneo era penetrato nella sua abitazione, si mostrava visibilmente scossa per l'amara scoperta circa l'identità del ladro, mostrando ulteriore disappunto per aver sostenuto anche delle spese aggiuntive per l'allarme ed il cancello elettronico.

Purtuttavia, alla fine prevaleva il vincolo di sangue, dal momento che l'anziana decideva di non perseguire il congiunto.


11/04/2013

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