Segnalato al magistrato di sorveglianza
Erano circa le cinque del pomeriggio della vigilia di Capodanno quando la Volante del Commissariato di Carrara, su disposizione della Sala Operativa, si recava presso un bar in località Avenza, dove era stata segnalata la presenza di un pregiudicato, ben noto all'Ufficio, che, in stato di ubriachezza, infastidiva gli avventori del locale.
Giunti sul posto, gli operanti rinvenivano l'uomo all'esterno del locale - ove era stato trattenuto dal gestore dello stesso affinché non arrecasse ulteriore disturbo - in evidente stato di ubriachezza, presentandone gli elementi sintomatici tipici, quali alito vinoso, precarietà nella deambulazione e difficoltà nel linguaggio (l'uomo, infatti, pronunciava frasi prive di senso compiuto).
Allo stesso, in considerazione del suo manifesto stato di ubriachezza, veniva contestato il relativo illecito amministrativo.
Nel corso dei controlli, inoltre, emergeva che l'uomo - un cinquantacinquenne di origini croate residente a Carrara - stava eseguendo una condanna in regime di detenzione domiciliare e che, tra le varie prescrizioni impostegli nel verbale di sottoposizione alla predetta misura alternativa al carcere ne figuravano due che lo stesso stava violando, ossia il divieto di far uso di sostanze alcoliche nonché quello di lasciare il proprio domicilio se non per svolgere attività lavorativa o mantenere contatti con l'U.E.P.E. (Ufficio di Esecuzione Penale Esterna) o il Sert (e comunque percorrendo la via più breve e senza soste intermedie nel percorso preventivamente comunicato alle Forze di Polizia).
In considerazione di ciò, il Commissariato segnalava tali violazioni alla magistratura di sorveglianza, al fine delle successive valutazioni circa l'eventualità di revocare la misura alternativa concessa all'uomo (nel caso in cui, infatti, si ritenesse non più meritevole del beneficio, il condannato dovrebbe scontare la pena residua in carcere).