Durante un controllo della "volante"
Nei giorni scorsi, gli operatori della Squadra Volante del Commissariato hanno tratto in arresto un albanese di ventisei anni per violazione delle norme del Testo Unico in materia di immigrazione. Durante gli ordinari servizi di controllo del territorio effettuati in località Marina di Carrara , gli agenti notavano transitare due giovani in via Maggiani, angolo via Lunense, e decidevano di controllarli. Entrambi dichiaravano di essere privi dei documenti d'identità e nell'occasione uno dei due, un albanese di trentadue anni, esibiva la fotocopia di un passaporto, mentre l'altro non forniva nessuna generalità, affermando di aver lasciato i documenti a casa e che la stessa si trovava nelle immediate vicinanze. Quest'ultimo, approfittando del fatto che gli operanti stavano controllando i dati del connazionale, si dava alla fuga in direzione di via Lunense, ma veniva immediatamente inseguito da un agente che, dopo una corsa di circa 400 metri, riusciva a bloccarlo.I due venivano quindi condotti negli uffici del Commissariato per essere sottoposti ai rilievi fotodattiloscopici ed ill trentaduenne nell'occasione rinveniva nel proprio borsello il proprio passaporto, i cui dati corrispondevano a quelli dallo stesso forniti agli operanti. L'uomo risultava, peraltro, essere stato in passato condannato per furto d'auto e furto in abitazione, ma non emergeva a suo carico alcuna pendenza e pertanto veniva congedato al termine della compiuta identificazione. Il ventiseienne che aveva tentato la fuga, invece, forniva le proprie generalità e dichiarava di essere in Italia senza fissa dimora e di essere scappato perché rientrato irregolarmente nel territorio italiano dopo una precedente espulsione. Effettivamente tali circostanze emergevano anche dai riscontri dattiloscopici e dagli esiti delle indagini effettuate nella banca dati in uso alle forze di polizia, da cui risultava che il giovane era stato già espulso con accompagnamento coattivo in Albania dal Centro di Identificazione ed Espulsione di Bari nello scorso mese di marzo, in ossequio al decreto di espulsione emesso dal Prefetto di Lucca e del conseguente decreto del Questore della medesima città, peraltro notificato in lingua albanese, come richiesto dall'interessato. Nel mese di maggio, poi, il Giudice di Pace di Lucca aveva anche rigettato il ricorso avverso il predetto provvedimento di espulsione e la relativa richiesta di sospensiva.
L'uomo veniva dunque tratto in arresto (per la tipologia di reato in questione è previsto l'arresto obbligatorio) e, su disposizione del p.m. di turno, Dr.ssa Rossella SOFFIO, trattenuto nella cella di sicurezza del Commissariato in attesa dell'udienza di convalida che si sarebbe tenuta nella mattinata successiva. In udienza, il giudice Dr. Giuseppe LAGHEZZA convalidava l'arresto e disponeva procedersi nelle forme del rito direttissimo, che si sarebbe tenuto a distanza di alcuni giorni, avendo il legale dell'imputato richiesto un termine per la difesa, e che si sarebbe poi concluso con una sentenza di patteggiamento. Non avendo il p.m. avanzato richiesta di applicazione di una misura cautelare, l'uomo veniva immediatamente rimesso in libertà.