Questura di Massa Carrara

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66enne fa prostituire e droga una minorenne: arrestato.

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Operazione del Commissariato P.S. di Carrara

Il Commissariato di Carrara ha tratto in arresto un uomo di 66 anni, B.P., di Carrara, con precedenti specifici per reati in materia di prostituzione, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Genova, Dottoressa Adriana PETRI, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo ligure.

All'uomo sono stati contestati, con la predetta ordinanza, una serie di gravi reati, e precisamente: cessione continuata di sostanze stupefacenti a persona minorenne in cambio di prestazioni sessuali, induzione alla prostituzione di persona minorenne, favoreggiamento della prostituzione e stalking.

Le indagini sono scaturite dalla denuncia presentata nel gennaio 2012 da una giovane originaria di un centro della provincia di Massa Carrara, vittima da mesi dell'arrestato, stanca di subire le "attenzioni" dello stesso, che l'avevano indotta ad un estremo stato di dipendenza, non solo dagli stupefacenti, ma anche dal suo stesso carnefice.

A tale proposito, si rivelava determinante la "fortuita" scoperta, da parte della madre della ragazza oggetto delle violenze, di una lettera che la ragazza stessa aveva scritto fingendo di essere sua madre, lettera che sarebbe stata destinata alla moglie dell'arrestato ed in cui si esternava la disperazione per lo stato in cui la ragazza era precipitata a causa delle angherie cui era stata in qualche modo costretta dall'uomo.

A fronte dell'agghiacciante scoperta, la madre della ragazza riusciva a convincere quest'ultima a denunciare i fatti alla Polizia. La ragazza, di fronte alle Forze dell'Ordine, si mostrava quasi sollevata da un grande peso che si portava dentro e decideva di raccontare tutta la vicenda nei minimi particolari, evidenziando anzitutto come si fosse determinata a scrivere la lettera perché non più in grado di sostenere una situazione che l'aveva condotta finanche ad essere ricoverata in Ospedale, alcuni giorni prima, per effetto dello stupefacente assunto e fornitole dall'aguzzino.

Il Commissariato, raccolte le dichiarazioni della ragazza, ha avviato una serrata attività di indagine, dapprima coordinata dalla Dottoressa Rossella SOFFIO, Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Massa, e successivamente passata per competenza - quello che la legge prevede per il reato di prostituzione minorile - alla Procura Distrettuale del capoluogo ligure, motivo per cui l'attività investigativa è stata coordinata poi, fino alla richiesta della misura cautelare dall'Autorità Giudiziaria genovese.

Nel corso delle indagini sono stati trovati riscontri oggettivi ai fatti denunciati dalla vittima, e di conseguenza inconfutabile materiale probatorio a carico dell'autore dei reati.

In particolare, si è accertato che i primi "contatti" tra lo stesso e la giovane risalivano al giugno 2011, allorquando la ragazza era ancora minorenne ed epoca in cui l'uomo, approfittando del fatto che la stessa assumesse già sostanze stupefacenti, non solo otteneva prestazioni sessuali in cambio della cessione di dosi di cocaina, ma favoriva anche incontri della giovane con due suoi amici, uno identificato ed indagato nell'ambito dello stesso procedimento, l'altro ancora in corso di identificazione, i quali a loro volta "ricambiavano" gli incontri a scopo sessuale con la cessione di cocaina.

La ragazza in seguito veniva praticamente soggiogata dall'anziano, il quale riusciva ad avere "incontri particolari" con la stessa con cadenza quasi quotidiana, cedendole in cambio non soltanto cocaina, che veniva assunta sotto forma di "crac", vale a dire fumata con una tecnica particolare, ma anche eroina, in tal modo facendola diventare dipendente anche da questo secondo tipo di sostanza stupefacente.

Tale stato di estrema dipendenza induceva la giovane, nel frattempo divenuta maggiorenne, ad accettare di prostituirsi con degli anziani, amici del suo aguzzino, in cambio di denaro o di ulteriori dosi di sostanza stupefacente, il che la faceva cadere in uno stato di profonda prostrazione, dal quale si liberava soltanto dopo aver presentato la denuncia al Commissariato.

Nelle settimane successive alla formalizzazione della stessa, l'uomo continuava a cercare ininterrottamente la giovane, come ossessionato dalla stessa, perseguitandola con telefonate e messaggi sul telefono cellulare, ed addirittura seguendola in diverse occasioni nei suoi spostamenti. Da qui anche l'accusa di stalking nei suoi confronti.

L'uomo, inoltre, una volta realizzato che non poteva riuscire più ad incontrare la ragazza per i suoi sordidi fini, cercava di contattarne altre, sempre giovanissime, al fine probabilmente di "sostituirle" alla sua vittima privilegiata, dal momento che questa non voleva più vederlo: per fortuna le giovani riuscivano a non cadere nella sua rete e quindi non avevano contatti fisici con lo stesso.

Ulteriore particolare sconvolgente emerso dalle indagini è che il luogo dove avvenivano gli incontri con la ragazza, un casolare nella periferia della città, di giorno veniva noleggiato dall'uomo, dietro il pagamento di un corrispettivo in denaro, a persone che vi organizzavano festicciole per bambini, mentre nella tarda serata diveniva teatro degli avvenimenti oggetto dell'indagine.

Anche il coindagato dell'anziano, E.P. quarantenne viareggino, che frequentava il casolare, luogo in cui aveva in più occasioni, solo o in compagnia di un altro suo amico, rapporti sessuali con la ragazza in cambio di stupefacenti, veniva arrestato dagli operatori del Commissariato. Questi ultimi procedevano all'arresto, collaborati da personale della Squadra Anticrimine del Commissariato di P.S. di Viareggio, a seguito della perquisizione domiciliare effettuata su delega del sostituto procuratore distrettuale e volta alla ricerca di sostanza stupefacente, che consentiva di rinvenire nell'abitazione di E.P. alcune bustine di cocaina, ben confezionate e presumibilmente destinate allo spaccio. In considerazione dell'esito positivo della perquisizione domiciliare, gli operanti decidevano di estendere le ricerche di sostanze stupefacenti anche presso il luogo di lavoro dell'indagato, operazioni effettuate con l'ausilio delle unità cinofile antidroga della Questura di Genova, prontamente sopraggiunte all'esito della perquisizione operata presso il casolare di proprietà del coindagato B.P..

Nota positiva della triste vicenda è comunque rappresentata dal fatto che la ragazza, dopo aver denunciato i soprusi cui è stata assoggettata per lunghi mesi, ha intrapreso un serio percorso di disintossicazione, entrando in una comunità terapeutica di recupero.


18/05/2012

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