Arrestato evaso: stava scappando all'estero
Gli agenti della Squadra Anticrimine del Commissariato hanno arrestato un "evaso" che si apprestava ad espatriare all' estero, dopo un rocambolesco inseguimento in autostrada.
M.M., 22 anni, marocchino, queste le iniziali dell' arrestato, era sottoposto agli "arresti domiciliari" in un abitazione di Marina di Carrara di proprietà del fratello, poiché era in attesa di processo, essendo indagato per spaccio di sostanze stupefacenti (M.M. era stato arrestato lo scorso mese di agosto dagli agenti della Questura di Massa per spaccio di "cocaina" in località Partaccia) .
Il marocchino, con diversi precedenti alle spalle, aveva deciso di sottrarsi definitivamente alla giustizia progettando un piano di fuga all' estero.
La scorsa notte, verso le 5.00, nel corso di servizi di istituto con finalità di controllo del territorio e di controlli ai soggetti sottoposti a misure detentive, mentre stava percorrendo una via di Marina a bordo di un' autovettura "civetta", un equipaggio della Squadra Anticrimine aveva notato fuoriuscire velocemente da un appartamento, uno dietro all' altro, due giovani magrebini, il primo dei quali recava in mano due valige.
I due erano saliti su un' autovettura parcheggiata dall' altro lato della strada e, appena saliti a bordo, erano partiti di gran carriera con direzione monti. Gli operanti, sapendo che nell' abitazione dalla quale erano usciti i due individui era presente M.M. sottoposto agli arresti domiciliari (avendo nei giorni precedenti operato controlli finalizzati al rispetto della misura in argomento), invertivano la marcia e si ponevano all' inseguimento dell' auto. L' autovettura si immetteva in autostrada attraverso il vicino casello di Carrara con direzione Genova; la fuga dell' auto terminava poco dopo poiché, dopo un inseguimento ad alta velocità sulla carreggiata autostradale, l' autovettura dei fuggitivi veniva affiancata e "stretta" verso il "guard rail" costringendo i fuggiaschi a fermarsi sulla corsia di emergenza.
Immediatamente gli operanti balzavano fuori dall' auto e bloccavano i due marocchini, neutralizzando ogni tentativo di fuga.
Dopo essere stato bloccato in autostrada M.M. veniva perquisito e trovato in possesso del passaporto, di una notevole somma di denaro contante contenuta in una busta occultata negli slip (oltre 5200 euro), di sei telefoni cellulari e di due valige (un trolley ed uno zaino) cariche di effetti personali (biancheria e cambi di abiti), a conferma del piano di evasione del marocchino che aveva in animo di lasciare il paese e sottrarsi così definitivamente alla giustizia italiana ed ai processi per gravi reati in materia di stupefacenti cui avrebbe dovuto essere sottoposto a breve.
All' interno della macchina veniva bloccato anche E.W.J. di 21 anni, marocchino regolarmente residente in Spagna, nella città di Barcellona, che aveva materialmente procurato l' autovettura con la quale M.M. stava cercando di fuggire.
L' auto, un potente modello dell'Alfa Romeo che ha reso non poco difficoltoso l'inseguimento, risultava di proprietà di un cittadino rumeno, la cui posizione è ora al vaglio degli inquirenti.
L' azione fulminea degli operatori di polizia consentiva che M.M. venisse ammanettato prima che potesse accennare qualsiasi reazione, anche in considerazione del fatto che già altre volte in passato aveva dimostrato di essere avvezzo alle fughe.
Basti pensare che alcuni mesi prima infatti, prima di essere arrestato in Partaccia, il magrebino era sfuggito alla cattura in modo rocambolesco dopo che una volante del Commissariato lo aveva fermato per un controllo in via Covetta. Alla vista dei poliziotti, M.M. si era disfatto di un involucro contenente dieci grammi di cocaina dandosi a precipitosa fuga tra i campi e gli arbusti; gli agenti, dopo avere recuperato l' involucro, lo avevano inseguito a piedi ma lo spacciatore, in quella occasione, era riuscito a dileguarsi tra la vegetazione facendo perdere le proprie tracce. Anche per questo episodio M.M. avrebbe dovuto essere sottoposto a processo.
Come emerso successivamente a seguito dell' attività di indagine condotta della Squadra Anticrimine, l' auto con a bordo l' evaso ed il suo complice era diretta a Milano poiché M.M. aveva progettato di rientrare in Marocco espatriando a mezzo di un pullman che lo avrebbe condotto nel paese di origine, via Spagna.
Il pullman sarebbe partito infatti poche ore dopo dall' autostazione degli autobus internazionali di Milano ed avrebbe condotto M.M. in Spagna, precisamente nella città di Barcellona, e da qui il fuggitivo si sarebbe imbarcato su un altro pullman diretto in Marocco.
Per attuare il suo piano M.M. si era avvalso di un suo connazionale E.W.J., residente proprio nella città catalana, sede di una nutrita comunità marocchina, il quale verosimilmente gli avrebbe fornito assistenza appena giunti nella città spagnola.
Forse l' evaso aveva in mente di fermarsi alcuni giorni in Spagna, per fare calmare le acque prima di rientrare in Marocco, sfruttando l' assistenza "logistica" del suo connazionale che sarebbe probabilmente riuscito a trovargli una sistemazione.
Del resto l' ingente somma di denaro in possesso di M.M. (oltre cinquemila e duecento euro in contanti) sarebbe servita proprio per "coprirsi" la fuga, così come i sei telefoni cellulari, tutti funzionanti.
M.M. veniva tratto in arresto e condotto al carcere di Massa a disposizione del P.M. di turno, Sost. Proc. Dott.ssa Alessandra CONFORTI, in attesa del processo "per direttissima", ove sarà imputato del reato di "evasione".
E.W. J. veniva invece denunciato per il reato di "procurata evasione" (punito con la pena da sei mesi a cinque anni di reclusione) per avere favorito ed agevolato l' evasione di M.M.