Trentaseienne allontanato da casa perchè terrorizza gli anziani genitori.
Il Commissariato di Carrara ha eseguito nella giornata di ieri una ordinanza di applicazione di misura cautelare - consistente nell'allontanamento dalla casa familiare - emessa dal GIP presso il Tribunale di Massa Dottoressa Antonella DRAGOTTO, nei confronti di un uomo di 35 anni di Carrara, resosi responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia.
La misura cautelare è stata emessa su richiesta del Pubblico Ministero Dottoressa Alessandra CONFORTI, a seguito dell'inoltro di una corposa informativa da parte del Commissariato di Carrara.
L'uomo, con piccoli precedenti d polizia per stupefacenti, era letteralmente diventato il terrore degli anziani genitori - il padre e la donna che questi aveva sposato in seconde nozze - per questioni di natura economica : lo stesso infatti pretendeva di ricevere anzitempo la quota di sua spettanza dell'abitazione che divide con l'anziano genitore ultrasettantenne e con la sua seconda moglie, anch'essa piuttosto anziana, e per tale motivo chiedeva con insistenza al padre di vendere la casa. In poche parole l'uomo pretendeva, in maniera sempre più insistente, una sorta di "anticipo" sulla parte di eredità che invece avrebbe dovuto ricevere soltanto dopo la morte del padre, quantificata in circa 100.000 euro.
Per tali motivi, ha maturato una profonda avversione verso i due anziani, cominciando ad insultarli ed a minacciali sempre più frequentemente, e passando successivamente alle vie di fatto, scatenando la sua ira in danneggiamenti al mobilio ed alle suppellettili della casa, e mettendo più volte a soqquadro l'abitazione; ma la sua aggressività si è rivolta anche alle persone, dal momento che in più occasioni ha malmenato i due anziani con i quali convive costringendoli a fare ricorso alle cure dei medici dell'ospedale cittadino.
Determinante affinché i due anziani si rivolgessero al commissariato e presentassero, comunque a malincuore, denuncia nei confronti dell'uomo, si è rivelato l'intervento di alcuni parenti, che avevano raccolto le confidenze dei malcapitati ed a volte ne avevano constatato lo stato di profonda prostrazione in cui versavano gli stessi.
Pur con la morte nel cuore, sentimento tipico di chi deve procedere nei confronti di un prossimo congiunto, l'uomo raccontava dei maltrattamento subiti dal figlio, e quindi da ciò nasceva l'attività di indagine poi sfociata nel provvedimento cautelare.